PRATO – ‘RISPETTIAMO LA SACRALITÀ DELL’UOMO. COMBATTIAMO IL VELENO DELL’ ILLEGALITÀ ED IL CANCRO DELLA CORRUZIONE’

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    “Cari fratelli e sorelle, buongiorno”, eccolo il bellissimo sorriso del Santo Padre illuminare l’affollatissima Prato (oltre 30mila i fedeli in città), nell’ambito della visita pastorale che culminerà con la partecipazione al Convegno Ecclesiale nazionale di Firenze. Atterrato intorno alle 8 con l’elicottero presso lo stadio Lungobisenzio, Papa Francesco è stato accolto dal vescovo, mons. Franco Agostinelli, il sindaco Matteo Biffoni, ed il prefetto, Maria Laura Simonetti. “Sono qui come un pellegrino, un pellegrino di passaggio, è poca cosa, ma almeno la volontà c’è” ha esclamato il Pontefice poi giunto nella gremita Piazza Duomo, per poi guadagnare l’ingresso nella cattedrale. “Combattere fino in fondo il cancro della corruzione e il veleno della illegalità”, i nodi affrontati da Francesco nell’omelia. “Non si può fondare nulla di buono sulle trame della menzogna e sulla mancanza di trasparenza. Ricercare e scegliere sempre la verità non è facile; è però una decisione vitale, che deve segnare profondamente l’esistenza di ciascuno e anche della società, perché sia più giusta e onesta” perché, come sottolinea Bergoglio “la sacralità di ogni essere umano richiede per ognuno rispetto, accoglienza e un lavoro degno. La vita di ogni comunità esige che si combattano fino in fondo il cancro della corruzione e il veleno della illegalità: dentro di noi e insieme agli altri, non stanchiamoci mai di lottare per la verità!”. Il Papa ha poi colto l’occasione per ricordare “i cinque uomini e le due donne di cittadinanza cinese morti due anni fa, a causa di un incendio nella zona industriale di Prato. Vivevano e dormivano all’interno del capannone industriale dove lavoravano, in un dormitorio ricavato in cartongesso. E’ una tragedia dello sfruttamento delle condizioni umane di vita. Questo non è un lavoro degno”. Un omaggio alla maggiore comunità cinese in Italia, che ha salutato l’arrivo di Papa Francesco sventolando le bandiere  della Repubblica Popolare Cinese, sventolate da alcuni cittadini cinesi.

    Max