Quadrini: ’Dalla Roma di Zeman al ritiro a 26 anni: così ho lasciato il calcio’

    Era la stagione 1988/89 quando Marco Quadrini iniziò la sua avventura alla Roma, giovanissimo. Il sogno è nato lì, anche se è durato poco: “Ma non me ne pento”, racconta durante la trasmissione Dietro il Pallone prodotta da Italia Sera l ‘ex giocatore di Roma e Napoli. Prima tutta la trafila in giallorosso, dagli esordienti alla prima squadra, chiamato da Zeman: “Mi ricordo ancora perfettamente quel giorno – Racconta in esclusiva Quadrini – ero in un cinema di Piazza Barberini quando mi ha chiamato il mio procuratore per dirmi della convocazione. Io ero già d’accordo con il Lecce per il trasferimento, era tutto fatto. Quando poi è arrivata la chiamata di Zeman ho interrotto tutto per andare in ritiro con la prima squadra giallorossa. Zeman? Appena l’ho conosciuto ho pensato che non era come la persona che descrivevano i giornali e che traspariva dalla televisione. Ho capito subito che era una persona sensibile e divertente. A lui devo tanto, è stato un maestro per me”. 

    Quadrini: “Ora sogno un futuro in panchina” 

    Le porte della prima squadra avevano prospettato una carriera rosea per Marco Quadrini, diventato uno dei migliori giovani emergenti, tanto da guadagnarsi anche la convocazione in Under 21. Diverse presenze tra campionato e coppe europee, prestazioni convincenti e la possibilità di crescere in uno spogliatoio composto da fuoriclasse come Totti: “Non lo conosceva prima – Ricorda Quadrini – L’ho fatto direttamente all’interno dello spogliatoio della prima squadra. Umile, scherzoso, divertente: Francesco non è mai cambiato. Mi ha coccolato, mi ha aiutato a crescere”. Quadrini era in campo con Totti anche durante il derby in cui il capitano giallorosso mostrò la celebre maglia “vi ho purgato ancora”, che lasciò sorpresi tutti: “Nessuno sapeva che avrebbe mostrato quella maglietta. E’ stata una sorpresa anche per noi. Sembrava andare tutto per il verso giusto per il giovane Quadrini, poi l’addio di Zeman e l’arrivo di Capello ha cambiato tutto: “Capello aveva altre idee in testa e io non rientravo nei suoi piani – ricorda ancora Quadrini – Per questo ho deciso di cambiare aria”.  
    Da lì è iniziato il suo girovagare per piazze importanti: prima il Genoa, poi il Palermo, infine l’approdo al Napoli: “Sono stati tre anni belli, Napoli la ricorderò sempre con affetto perché è una piazza importantissima, anche se quelli erano anni complicati”. Dopo il Napoli la discesa nelle categorie inferiori: prima l’Ascoli, poi la Fermana. Dopo lo stop. Marco Quadrini ha lasciato il calcio professionistico a soli 26 anni, ma non si pente di nulla: “Ho deciso io di fermarmi, non avevo voglia di riciclarmi in categorie inferiori. Ma non rimpiango nulla, rifarei tutto. D’altronde il mio sogno, che era quello di giocare in Serie A con la Roma l’ho realizzato, quindi posso ritenermi soddisfatto”. 
    Dopo l’addio al calcio Quadrini ha ripreso gli studi, si è laureato in scienze motorie e successivamente è diventato presidente della società sportiva Acquacetosa: “Con cui cerco di insegnare ai ragazzi i valori dello sport”. Il futuro però potrebbe essere anche in panchina: l’ex giocatore della Roma ha preso il patentino da allenatore e ha studiato anche qualche suo ex compagno: “Sono stato spesso a Sassuolo ad osservare Di Francesco, che giocava con me. L’ho seguito spesso anche a Trigoria per apprendere il suo modo di lavorare”. E per il futuro? “Darà il massimo per far crescere la mia società, l’Acquacetosa. Poi spero di poter mettere in pratica da allenatore gli insegnamenti che ho appreso dai tanti maestri che mi hanno allenato nel corso della carriera”, ha concluso Marco Quadrini.