Ramy premi a eroe straniero in tempi di intolleranza

    Ramy il piccolo ragazzo egiziano che ha permesso ai Carabinieri di salvare il bus dato alle fiamme potrebbe essere premiato. Si chiama Ramy e ha 13 anni. E’ lui di fatto l’eroe ‘copertina’ della vicenda di Milano, laddove il dirottatore ‘straniero’ ha messo in pericolo la vita degli studenti sequestrando e dando alle fiamme il bus scolastico. L’ombra dell’intolleranza, nuove ondate di odio verso i non italiani, e le solite voci contro gli stranieri si sono subito alzate: se non che, come emerge subito, l’eroe ragazzino, Ramy appunto, è a sua volta straniero. E ora? La verità per cui ogni uomo è a sé e si può essere eroi o terroristi appartenendo a qualsiasi nazionalità e etnia viene sottolineata dall’ondata successiva, quella della riconoscenza verso il gesto spontaneo e eroico di Ramy a cui, ora, sono in molti a voler dare un premio. A partire da Di Maio che mira alla cittadinanza. E perfino Salvini ci pensa.

    Ramy premi a eroe straniero in tempi di intolleranza. Di Maio: la cittadinanza per meriti speciali. Salvini: stiamo analizzando

    Ad esempio la città di Milano “saprà trovare un modo per riconoscere e valorizzare il coraggio di Ramy”: lo ha detto Lamberto Bertolè, presidente del Consiglio comunale di Milano e membro della commissione che premia nel giorno di Sant’Ambrogio chi nel corso dell’anno ha dato lustro alla città di Milano. Ramy il ragazzo 13enne egiziano che ha permesso ai Carabinieri di trovare l’autobus dirottato da Sy Ousseynou avrà dalla città meneghina il giusto riconoscimento. “La commissione che valuta le candidature per l’Ambrogino d’oro deciderà a ottobre”, ha ricordato Bertolè. L’idea è “riconoscere l’atto di coraggio, che sia con l’Ambrogino d’oro o altro”, ha sottolineato il presidente del Consiglio comunale di Milano. “Va valorizzato il gesto. Il primo atto da fare, a parte i premi, è concedergli la cittadinanza italiana: è doveroso”, ha detto Bertolè. “Siamo egiziani, sono arrivato in Italia nel 2001, mio figlio è nato qui nel 2005. Vorremmo tanto restare in questo Paese”. A dirlo è Khalid Shehata, padre del ragazzo, che ha ammesso poi: “Ramy ha fatto il suo dovere, sarebbe bello se ora ottenesse la cittadinanza italiana. Lo desidera tanto”.
    A provare a garantirlo c’è il vice premier grillino Luigi Di Maio: “Ha messo a rischio la propria vita per salvare quella dei suoi compagni. E’ la cittadinanza per meriti speciali che si può conferire quando ricorre un eccezionale interesse dello Stato. Sentirò personalmente il presidente del Consiglio in questo senso”. Un po’ più cauto è il vice premier Matteo Salvini, che chiarisce: “Stiamo facendo tutte le verifiche del caso. Ora dobbiamo leggere le carte e valuteremo”.