Ranieri-Conte, Roma: urgenze e sogni

    Mentre continuano gli incontri e i dialoghi in società, nella Roma del futuro e del presente si lavora sulla panchina: a tutti i livelli. Da una parte, c’è il lavoro concreto del tecnico, Claudio Ranieri, che dopo due vittorie di fila contro Samp e Udinese si avvia con la sua Roma alla super sfida contro l’Inter del prossimo weekend, nel match pre pasquale, intanto che nella dirigenza si prova a pianificare il futuro. Un futuro che non può non partire dal nome del prossimo coach della panchina, un nome che oscilla tra ciò che è papabile, ciò che sembra appena un sogno e ciò che è una realtà frutto della contingenza, ma potrebbe anche essere il piano più solido per il domani.

    Ranieri-Conte, Roma, urgenze e sogni. Il testaccino si gioca il futuro, l’ex CT resta un obiettivo

    Da una parte infatti c’è Ranieri che, anche quest’oggi in conferenza stampa ha parlato della possibilità di restare in futuro sulla panchina della Roma come un discorso da non dover affrontare ora, quando la contemporaneità di un obiettivo assolutamente prioritario come quello di far punti, il più possibile, per lottare fino alla fine per il piazzamento champions, implica l’urgenza di procrastinare ogni discorso in divenire. Dall’altra c’è chi invece deve prepararsi, quale che sia poi il risultato finale a Maggio inoltrato, per una Roma che pur non sapendo se giocherà le coppe, e quali, deve, avendone l’obbligo, pianificare partendo dall’allenatore. E come è noto uno dei sogni in tal senso chiama Conte. “Non so ancora dove andrò l’anno prossimo. Una cosa è certa: sarò in una squadra che ha un progetto che mi convince”, ha detto Antonio Conte appunto, ospite di ‘E poi c’è Cattelan’ in onda stasera (21,15 su Sky). Il nome del tecnico resta però piuttosto complesso da trasformare in concretezza, non soltanto appunto per i competitor che potrebbero interessarsi all’ex Juve, ma anche proprio per via delle aspettative che un allenatore di questo calibro ha, prima di compiere una scelta. Scegliesse la Roma, sarebbe una sorta di certificazione della competitività a cui mira il club: non lo facesse, resterebbe comunque un’ombra sgradevole per qualunque sia l’incaricato della guida tecnica della Roma stessa.