RENZI: CHI NON DECIDE VUOLE PALUDE, NON SONO AUTORITARIO

     

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    Una democrazia “decidente”. Dove non prevalgono i “veti” dei partiti, dove non comandano più gli “azzeccagarbugli”. Dove chi governa si assume la responsabilità di decidere e non si limita a “vivacchiare, consegnando il Paese alla palude”. E’ questo il disegno di Matteo Renzi, questa la sua idea di governo e la risposta a chi lo accusa di voler imporre una “deriva autoritaria”. Non si può accusare di voler assumere su di sé tutto il potere, sottolinea, un presidente del Consiglio che “non può revocare un ministro, un suo collaboratore”. E nel giorno in cui viene reso pubblico il decreto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che gli affida l’interim al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, torna a invocare il primato della politica: la sua indipendenza dalla magistratura e la sua “centralità” rispetto al potere dei tecnici. A metà mattina il premier viene ricevuto al Quirinale da Sergio Mattarella, per un colloquio di circa di un’ora. L’incontro era programmato dopo le dimissioni di Maurizio Lupi, un passo indietro – sottolinea Renzi – dettato da “un principio etico-morale”, dal momento che il ministro non era neanche indagato.