Riapre la commissione parlamentare sulle truffe bancarie

    Riparte a novembre la commissione parlamentare d’inchiesta sulle bancheche: nella scorsa legislatura ha indagato sui crac bancari, già costati oltre 10 miliardi di euro ai contribuenti. Dovrebbe aiutare il governo a decidere sugli 1,5 miliardi destinati ai rimborsi per i risparmiatori vittime dei crac bancari, avrà tra gli obiettivi la creazione di una procura nazionale sui reati finanziari.
    La riunione della commissione Finanze del Senato per discutere l’istituzione del nuovo organismo è fissata per giovedì pomeriggio.
    Nelle intenzioni del Movimento 5 Stelle, che ha presentato il ddl di maggioranza, la bicamerale dovrà rimanere in vita per l’intera legislatura. Per Fratelli d’Italia, titolare dell’altra proposta, dovrebbe durare un anno.
    Per la presidenza della nuova commissione banche si fa il nome del senatore grillino Gianluigi Paragone che però glissa: “Sono uno che ha firmato la proposta di legge, non sono né in pole né altro, sono cose che decideranno i colleghi”.
    La prossima legge di bilancio prevede un fondo ad hoc da 1,5 miliardi di euro per i risparmiatori danneggiati dalle crisi bancarie. La Commissione che indagherà su questi crac “potrà supportare le scelte e le modalità di erogazione dei contributi di quel fondo”, spiega il capogruppo 5 Stelle al Senato Stefano Patuanelli, primo firmatario del disegno di legge di maggioranza.
    La Commissione precedente guidata da Pier Ferdinando Casini aveva analizzato in particolare i casi di Mps, Veneto Banca, Popolare di Vicenza e Banca Etruria ma tutte le persone danneggiate dai crac bancari sperano di capire più nel dettaglio cosa è successo ai loro risparmi. I passaggi più delicati di quelle riunioni erano stati secretati e da alcune autorità era stato opposto il segreto d’ufficio. Ora le cose potrebbero cambiare.
    La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha di recente allentato le maglie dell’obbligo di segreto professionale che incombe sulle autorità di sorveglianza finanziaria, offrendo ai risparmiatori uno spiraglio per l’accesso ai documenti di vigilanza.
    “Proprio in questi giorni sto predisponendo l’atto di richiesta di accesso agli atti di Bankitalia relativamente ad ispezioni che sono state fatte”, dice l’avvocato Riziero Angeletti, legale di circa 200 risparmiatori di Banca Etruria.
    La nuova commissione valuterà anche come rafforzare i poteri delle procure. Se “istituire una procura sui reati bancari o estendere i poteri della direzione antimafia e antiterrorismo ai reati bancari e finanziari”, spiega Patuanelli. Già nel documento finale della commissione Casini si ipotizzava di creare una procura nazionale sui reati finanziari.
    Ma, spiega ancora Patuanelli, la commissione dovrà indagare anche sul “debito pubblico rispetto all’esposizione di rischio, in relazione alle Gacs”, analizzando e valutando il “rischio dei derivati finanziari sottoscritti dallo Stato”, che secondo Eurostat hanno avuto sul bilancio pubblico italiano un impatto negativo di oltre 5 miliardi di euro nel 2017.
    La proposta di Fratelli d’Italia, firmata dal senatore Adolfo Urso, mira ad “arrivare a una risoluzione che inviti il parlamento a fare le modifiche necessarie” alle leggi in materia di banche, dice il senatore.
    La commissione Finanze, guidata dal leghista Alberto Bagnai, discuterà il disegno di legge di maggioranza e quello di opposizione. Dalla sintesi, scaturirà un’unica proposta istitutiva dell’organismo d’inchiesta da approvare in aula alla metà di ottobre, poco prima che inizi la sessione di bilancio. La commissione Finanze lavorerà in sede redigente, votando cioè il ddl articolo per articolo e lasciando all’assemblea l’approvazione finale. Una scelta, spiegano dalla maggioranza, dovuta alla necessità di approfondire al massimo gli aspetti tecnici al riparo dalle spinte partitiche che caratterizzano il dibattito d’aula.