SINODO – MENTRE PAPA FRANCESCO PUNTUALIZZA: ’LA COMUNIONE AI DIVORZIATI NON È L’UNICO TEMA’, SPUNTA IL VADEMECUM DI UN VESCOVO SULL’OMOSESSUALITÀ

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    Dopo aver aperto la giornata dell’assemblea sinodale ricordando che ’’La dottrina cattolica sul matrimonio non è in questione e non è messa in discussione in questo Sinodo sulla famiglia’’, Papa Francesco ha invitato i vescovi presenti a ’’non lasciarsi condizionare e a non ridurre l’orizzonte di questo sinodo, come se l’unico problema fosse il tema della comunione ai divorziati risposati’’, invitando a ’’tenere presente l’ampiezza dei lavori del Sinodo sulla famiglia’’. Parole, quelle del Santo Padre che, come ha tenuto a sottolineare mons. Claudio Maria Celli: ’’ribadiscono che i documenti di riferimento sono la Relatio Synodi e i discorsi di apertura e di chiusura del Pontefice; documenti che mantengono aperto l’atteggiamento profondamente pastorale della Chiesa nei confronti della realtà dei divorziati risposati. La visione rimane pastoralmente aperta ma – aggiunge il presidente del Pontificio Consiglio – resta anche la riaffermazione del Papa circa la dottrina cattolica sul matrimonio”. E mentre il Sinodo ‘cerca’ di rilanciare il tema sacrale della famiglia, con tutte le sue derive, ecco l’ennesima ‘bordata’ che non mancherà di riaccendere polemiche. E che polemiche. Motivo dell’imminente ed annosa querelle in tema di omosessualità, una sorta di ‘vademecum sulle relazioni omosessuali’, ‘arricchito’ anche da consigli per il parlamento cattolico, in bella mostra all’interno di una bacheca nella chiesa di San Carlo al Corso. Tra le varie diciture, riposrtano le agenzie, quella a firma di monsignor Martinelli, vescovo di Frascati, che spiega riassume il pensiero della Chiesa cattolica’, riguardo alle unioni gay, ed una serie di consigli per i politici che”Nel caso in cui si proponga per la prima volta all’Assemblea legislativa un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamento cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge. Se non fosse possibile abrogare completamente una legge di questo genere, egli potrebbe lecitamente offrire il proprio sostegno a proposte mirate a limitare i danni di una tale legge a diminuirne gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità pubblica, a condizione che sia chiara e a tutti nota la sua personale assoluta opposizione a leggi siffatte e che sia evitato il pericolo di scandalo”. Ma attenzione, qui non è nel mirino il diritto individuale: “la Chiesa – sottolinea il vademecum – dice sì al rispetto della persona omosessuale, alla quale, proprio in quanto persona, si deve dignità, accoglienza, aiuto.Non si può infatti dimenticare che la persona umana, in quanto creata a immagine e somiglianza di Dio, precede e trascende la propria sessualità, il proprio orientamento sessuale”. Nello specifico, il ’sì’ è rivolto anche “all’educazione e, per quanto possibile, alla guarigione della persona omosessuale”, i ’no’ della Chiesa- ricorda il vademecum – sono rivolti “all’approvazione del comportamento omosessuale o della relazione omosex”,alla “legalizzazione o all’equiparazione della relazione omosessuale al matrimonio”, “ad ogni marchio di ingiusta discriminazione, a ogni eventuale forma di rifiuto, di emarginazione o di disprezzo nei confronti della persona omosessuale”. Nel vademecum si ricorda poi che non possono essere ammessi agli Ordini Sacri gli omosessuali che “compiono atti omosex negli ultimi tre anni prima dell’ordinazione o chi presenta tendenze omosessuali profondamente radicate” o quanti “sostengono la cultura gay”. Come dire… davvero tanta carne al fuoco…

    Max T.