SISMA CENTRO ITALIA: AD OGGI POCHE LE CASE CONSEGNATE

    Sebbene sia passato un anno dai tragici eventi sismici del 26 e 30 ottobre 2016, ad oggi nel Centro Italia, delle 3.570 casette richieste per le quattro regioni colpite, quelle consegnate sono state appena 995. Tutto ciò mentre incombe un nuovo inverno (che promette tra l’altro temperature ’proibitive’ e neve), e con gran parte delle scuole pressocché fuori uso, tanto è che la media parla di una scuola realizzata (ed una costruzione), sulle 108 da ricostruire, come previsto da due piani straordinari approvati dal Commissario straordinario alla ricostruzione. A rivelarlo è uno studio condotto dall’Osservatorio per la ricostruzione di qualità della Fillea-Cgil e Legambiente, che mira censire la ricostruzione – a la tempitsica – delle aree del Centro Italia. Come ben spiega Rossella Muroni, presidente di Legambiente, “Senza case e scuole non si ricostruiscono le comunità, né ripartono le attività economiche. Per chi è lontano diventa sempre più difficile scegliere di tornare, chi nonostante tutto ha deciso di rimanere è costretto ad affrontare troppi disagi e a convivere con un continuo senso di precarietà”. Dal canto suo il segretario generale di Fillea Cgil, Alessandro Genovesi, osserva che “Molto è stato fatto ma molto, moltissimo ancora è da fare. La ricostruzione non è partita e la fase dell’emergenza si prolunga in modo, a volte, ingiustificato. La ricostruzione non sia il terreno per la campagna elettorale, ma banco di prova per la parte migliore delle classi dirigenti”. Nello specifico, senza poi addentrarsi negli asfittici labirinti della burocrazia, è difficile stabilire con esattezza precise responsabilità riguardo i ritardi. Possiamo però ricordare i rispettivi ruoli che incarnato dalle figure preposte all’emergenza, come la Protezione Civile, che ha il compito di coordinare la realizzazione delle casette, e la Struttura del Commissario straordinario, che ha invece compito di coordinare la realizzazione delle scuole è della . Oltretutto, non da ultimo, va anche considerato il fattore ’qualità’ della opere di ricostruzione, nel senso che la fretta non deve ’pregiudicare’ la bontà dei progetti, come per la riapertura di alcune scuole, dove ci si può certo accontentare del miglioramento sismico, e non dell’adeguamento nonostante gli ingenti investimenti. C’è inoltre da sottolineare tra le varie concause – soprattutto burocratiche (leggi, norme, codici, vincoli, ecc.), che contribuiscono a rallentare ulteriormente la tempistica. Premessi anche casi di illegalòità a carico di diversi cantieri (dove il lavoro nero sembra essere una delle principali cause), è giusto anche ricordare che il ripetersi degli eventi sismici (importanti fino al 18 gennaio), hanno conorso ad allargare l’area del cratere, rendendo ancorpiù complesaa e lunga la verifica dei danni sugli immobili e, nel frattempo, l’inevitabile fabbisogno dei residenti, costretti a lasciare le proprie abitazioni proprio in seguito ai controlli.
    M.