SUSPANCE ED ‘ANSIE’ SULLA VICENDA BANCHE: DOPO PADOAN, TOCCA A VISCO E GHIZZONI

    Oggi è la volta del ministro dell’Economia e delle Finanze poi, non senza ‘attesa’, domani sarà il turno del governatore della Banca di Italia Ignazio Visco mente, mercoledì, dell’ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni. Quando siamo ormai giunti a ridosso della fine della legislatura, sono dunque al rush finale le audizioni della Commissione di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, volte a fare chiarezza in merito alla vicenda delle Banche venete e, soprattutto, di Banca Etruria. Un argomento quest’ultimo, reso ‘scottante’ dalla recente audizione del presidente della Consoib, Giuseppe Vegas, il quale ha rivelato di “uno, forse due” incontri, che l’allora ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, chiese ed ottenne in merito al caso Etruria. Motivo che rende particolarmente ‘interessante’ ciò che potrebbe raccontare a riguardo il governatore di Bankitalia. Questo in virtù di quanto dichiarato da Renzi il quale, a dispetto della poi avvenuta conferma di Visco, aveva sostenuto una mozione contraria, asserendo che l’operato della Vigilanza da parte dell’istituto di via nazionale, fosse giudicato proprio dal lavoro della Commissione di inchiesta. Diviene così delicatissima l’audizione del governatore, il quale dovrà dimostrare di aver svolto un ruolo equo ed attento, lontano da ‘intromissioni’ o contatti politici. Tuttavia la ‘pressione’ del Pd in questo caso è abbastanza evidente: urge dimostrare che da parte della Boschi (nel listino dei candidati), non c’è stato conflitto di interessi, e che semmai, sono gli organi di vigilanza ad aver sbagliato, non avendo saputo cogliere eventuali mancanze da parte degli istituti di credito (operazioni ad hoc, favori, truffe ai risparmiatori, crediti elargiti con troppa facilità e senza controllo). Al centro della questione poi, una lettera che Bankitalia inviò a banca Etruria 4 anni dopo, e che l’istituto aretino nascose ‘per falsare i prospetti informativi’. Un lavoro, quello svolto dalla vigilanza presieduta da Visco, ‘contraddetto’ anche dagli ex vertici delle banche venete. Ad esempio l’ex presidente di Bpvi, Gianni Zoninche, in audizione ha riferito che Visco chiese ai vertici di lavorare per l’aggregazione, fatto tra le righe confermato anche dall’ ex ad di Veneto Banca, Vincenzo Consoli, il quale ha riferito che dell’eventuale fusione tra banche si accennò nell’ambito di un incontro avvenuto a casa Boschi, al quale avrebbe presenziato – ma senza proferire parola in merito – anche l’ex ministro delle Riforme il quale, dopo circa 15 minuti lasciò il ‘conciliabolo’. Ma non solo, anche l’ex dirigente di Bim, D’Aguì, ha gettato ombre sull’attività della vigilanza di Bankitalia, riferendo di ‘ispezioni killer’ che, viziate da errori di fondo contribuirono all’affossamento della Banca Intermobiliare. Ecco perché diviene ‘decisiva’ l’audizione di Ghizzoni il quale – come rivela ‘Poteri forti’, il libro di De Bortoli – è chiamato a chiarire se davvero la Boschi si rivolse ad Unicredit perché aiutasse l’Etruria. Il cui vicepresidente era il padre del ministro.
    M.