Tav guerra di nervi tra Salvini e Di Maio

    Tav guerra di nervi tra Salvini e Di Maio. Mentre il leader M5s tiene duro sulla linea dei no, Salvini insiste ma nega crisi di governo. Chi, quando e come scioglierà le riserve ed il bandolo della matassa sulla questione Tav in seno al governo? Che ormai la Tav sia il nogo focale attorno a cui si reggono le ipotesi, dall’uno e dall’altro versante, sulla tenuta di governo e che rappresenti di fatto il punto di maggior distacco e contrapposizione tra la posizione di Salvini e della Lega da un lato e del Movimento di Di Maio dall’altro, certo, non è un mistero. Ma sarà la Tav il punto di rottura del governo oppure le due anime della attuale amministrazione gialloverde troveranno il modo per venirsi incontro? Al momento sembra dura, anche Salvini ammette: “Mai parlato di crisi di Governo”. E sulla Tav dice: In arrivo Dl sblocca cantieri”.
    Per il segretario della Lega le imprese sono ferme da troppo tempo, ed è necessario che lavorino perché ormai è un’emergenza nazionale. A Milano, presso la Scuola di Formazione Politica della Lega, Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno tra i tanti temi sul tavolo del governo ritorna anche sulla Tav e non potrebbe essere altrimenti in queste ore. Salvini affronta le principali questioni politiche aperte nel Paese e dice: “governeremo per anni perché lo stiamo facendo bene”, e chiarisce. “Mai ho parlato di crisi. La testa dura me la tengo. E anzi, essendo invecchiato, è sempre più dura”, dice, ricordando il recente compleanno. Secondo il leghista, sulla Tav “a giorni ci sarà il Dl sblocca cantieri e la revisione del Codice Appalti perché le imprese devono lavorare, sono ferme da troppi anni e la situazione di stallo è diventata un’emergenza nazionale.”. Continua Salvini: “Domani lo dico a Conte e chiedo in Cdm il Decreto sblocca appalti. Conto che il presidente del Consiglio Conte porti a giorni, non a mesi, il decreto sblocca cantieri e il nuovo Codice degli appalti. Conto che vedranno la luce come decreti e non come disegni di legge”, aggiunge Matteo Salvini. “Mi avvertivano di stare attento a tenere troppo duro sulla Tav perché poi c’era il voto in Senato e io rischiavo il processo, 15 anni di galera. Mentalità vecchia e ipocrita: io quello che ho fatto lo rifarei domani mattina, costi quello che costi, processo sì o processo no” ha poi detto Matteo Salvini.