Tre anni di Inzaghi: l’allenatore con la Lazio nel destino

    Strano il destino di Inzaghi: dopo i primi 3 mesi sulla panchina della Lazio sembrava destinato ad un altro futuro. Lotito aveva chiamato Marcelo Bielsa, il ‘Loco’ era già pronto, poi all’ultimo il dietrofront. ‘No grazie, ci ho ripensato’, deve essere stato più o meno questo il messaggio recapitato dall’allenatore argentino alla società biancoceleste, che non ha potuto far altro che cercare un’alternativa. Inutile però guardare troppo lontano, quando in casa un giovane allenatore come Inzaghi scalpitava per mettersi in mostra. ‘Simoncino’ aveva preso il posto di Pioli dopo una sonora sconfitta nel derby portando la Lazio ad un finale di stagione positivo coinciso con l’ottavo posto in classica. Non abbastanza per meritarsi la conferma automatica, ma il destino gli avrebbe riservato un’altra opportunità sulla panchina biancoceleste.  

    Inzaghi, la formula del successo 

    Una vita alla Lazio da giocatore, poi il passaggio sulla panchina delle giovanili. Dagli Allievi alla Primavera, senza sbagliare un colpo. Con le giovani aquile ha vinto trofei e lanciato talenti, per questo Tare e Lotito hanno pensato a lui per sostituire Pioli nel momento di difficoltà. Era al mare quando è arrivata la telefonata che gli ha cambiato la vita: “Bielsa non viene, te la senti?”. Risposta scontata e un nuovo ciclo iniziato. Sempre in modo positivo. Inzaghi è riuscito a ricompattare l’ambiente e creare una squadra in grado di competere per le zone altissime della classifica. Ha vinto un trofeo (la Supercoppa Italiana) e sfiorato la qualificazione in Champions. Lo scorso anno il quarto posto è scivolato via solo all’ultima giornata contro l’Inter, ora lo stesso traguardo è più vicino proprio grazie alla vittoria sui nerazzurri a Milano. Un cerchio che si chiude per Simone Inzaghi, che oggi festeggerà il terzo anno di panchina biancoceleste con la sfida alla Spal. Una gara che potrebbe sancire il definitivo sorpasso al Milan verso il tanto atteso quarto posto.