Trump incontra il nuovo imperatore giapponese

    Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la first lady Melania saranno in Giappone dal 25 al 28 maggio e incontreranno l’imperatore. Una visita ufficiale che si incastra con quella che è la nuova era, come sono abituati a pensarla in Giappone ad ogni passaggio di consegna per il nuovo imperatore: a comunicarlo è direttamente la Casa Bianca, che specifica come la visita Trump in pratica sarà la prima di un leader straniero da quando, con il tanto atteso passaggio ufficiale delle consegne, sarà salito al trono il nuovo imperatore Naruhito.  Questo incontro messo in calendario tra Giappone e Usa è dettato dalla volontà reciproca di voler “approfondire gli stretti legami tra il popolo giapponese e quello americano e   sottolineerà l’importanza della nostra alleanza e partnership”.  

    Trump incontra il nuovo imperatore giapponese. Incontri volti a rafforzare l’armonia tra i due paesi

    Dalle informazioni fornite dai portavoce della Casa Bianca si rende noto come in seguito all’incontro con l’imperatore e l’imperatrice, il presidente Trump si intratterrà, come appare anche piuttosto ragionevole che accada, con il premier giapponese Shinzo Abe. Il quale, come è già noto peraltro, sarà a Washington il 26 e 27 per un incontro nel quale, a stretto riferimento della comunicazione ufficiale, si “riaffermerà l’alleanza tra Stati Uniti e Giappone come pietra   angolare di pace, stabilità e prosperità nella regione   dell’Indo-pacifico e nel mondo”. Nel dettaglio, Trump e Abe però poi affronteranno anche i delicati sviluppi relativi alla situazione in  Corea del Nord, compresi gli sforzi per una piena e  verificare denuclearizzazione” della penisola laddove, tuttavia, continuano anche le nuove operazioni di test da armamento di Kim. Trump, intanto, ha diverse altre grana a cui pensare in questi giorni. Una di questa è quella che si riferisce al rapporto del Russiagate, secondo il quale non sarebbero ancora emersi significativi segnali per i quali si potrebbe con certezza stabilire che il presidente stesso non abbia, nell’ambito della questione, in alcun modo commesso ostruzionismo nei riguardi della giustizia. Ore calde, appunto: in attesa dei suoi impegni diplomatici internazionali.