‘I PROCESSI SI FANNO NEI TRIBUNALI: SE MIO PADRE FOSSE COLPEVOLE, PER LUI PENA DOPPIA. LOTTI? NON DEVE DIMETTERSI’, RENZI COMMENTANDO LA VICENDA CONSIP

    immagini.quotidiano.net (606×350)

    Se mio padre ha commesso qualcosa, è giusto che vada a processo subito e mi piacerebbe pena doppia se fosse colpevole. Però c’è un particolare: i processi si fanno nelle aule dei tribunali.Mio padre deve essere processato se colpevole, ma non permetteremo che i processi si facciano su giornali. Noi non siamo garantisti a targhe alterne, per me c’è un principio per cui si è garantisti sempre e si rispetta sempre la sentenza. Ma io non sto in un partito guidato da un pregiudicato, ai miei principi ci tengo”. Così Matteo Renzi, a proposito della vicenda Consip, intervenendoa ‘Otto e mezzo’. Sollecitato poi a commentare se il ministro dello Sport, Luca Lotti, debba dimettersi in relazione al caso, l’ex presidente del Consiglio risponde convinto: “Assolutamente no. ConoscoLottida anni, la moglie e i figli devono sapere di aver unapersona straordinariamente onestain casa – ha affermato Renzi – Ci sono leader politici che scaricano gli altri. Io, come è successo con Delrio, Boschi e oggi Lotti, dico che non accetto processi sommari. Lotti è indagato con Del Sette su un reato che si presume sia stato commesso. Vediamo,io scommetto che questo reato non l’ha commesso Lotti come Del Sette. Sulla vicenda Lotti non è cambiato niente in due mesi, stiamo costruendo le cose più incredibili. Intanto da tre mesi, dal referendum, non si parla più dei problemi delle persone ma solo di cosa fa Renzi”. A margine l’ex premier ha commentato anche la vicenda giudiziaria che ha visto la condanna del senatore di Ala, in merito al processo sul Credito Cooperativo: “Per Verdini vale il principio della Costituzione, se la condanna sarà confermata cambierà molto del destino politico e personale di Verdini. Come giudizio politico, se sono state fatte cose concrete è perché c’è stata una maggioranza che ha governato nonostante il fallimento alle elezioni 2013. Se non c’era Verdini non passavano i diritti civili”.