Berlusconi, Strasburgo archivia il caso

    Oggi, alle 11 per essere precisi, a Strasburgo è andato in scena l’ultimo round di una vicenda complicata, cominciata 5 anni fa, che ha come interprete principale il ’decaduto’ Silvio Berlusconi. La Corte europea dei diritti dell’uomo si è riunita in Camera di Consiglio per annunciare il verdetto definitivo sul ricorso di Silvio Berlusconi contro la legge Severino che lo aveva escluso dal Senato, esattamente il 27 novembre di cinque anni fa, dopo la condanna a 3 anni (scontati ai servizi sociali) in Cassazione per frode fiscale nel caso Mediaset.
    La Corte Europea dei Diritti umani ha quindi cancellato dal ruolo il ricorso di Berlusconi contro la sua incandidabilità, valutando che nella vicenda non sussista una “circostanza speciale riguardante il rispetto dei diritti dell’uomo”. In via definitiva, quindi, è stata accettata la richiesta di Silvio Berlusconi, inviata lo scorso 27 luglio, di non emettere una sentenza sul suo ricorso. Berlusconi ha sostenuto che, data la sua riabilitazione, decisa dal tribunale di Milano, una sentenza della Corte di Strasburgo sul suo ricorso non avrebbe avuto alcun risultato utile, data la scadenza del divieto a presentarsi come candidato e l’impossibilità di rimediare alla decadenza del suo mandato di senatore e all’incandidabilità.

    I legali dell’ex premier si erano detti ottimisti pur invitando alla prudenza. Ad Arcore non è trapelata alcuna ansia, visto che gli avvocati di Forza Italia avevano ritirato il ricorso dopo aver conquistato in patria (l’11 maggio scorso) la riabilitazione (la pena si era conclusa l’8 marzo), che permette al Cavaliere di riprendersi la piena attività politica e di ricandidarsi quando lo vorrà. Il dibattito su ciò che sarebbe stato meglio fare, in seno al partito azzurro, per uscire al meglio dalla vicenda, è stato piuttosto acceso. Berlusconi ha però a questo punto scongiurato, comunque, un duro danno di immagine dato che Strasburgo gli ha dato ragione.