CARO CARBURANTI – TASSE, IVA ED ACCISE INCIDONO TROPPO, SECONDO IL PRESIDENTE DEI DISTRIBUTORI: ‘ANCHE SE IL GREGGIO FOSSE GRATIS LA BENZINA COSTEREBBE 1,2 EURO AL LITRO’

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    “Per assurdo, se i proprietari dei pozzi, gli arabi,ci regalassero il petrolioe quindi le quotazioni del greggio sui mercati fossero pari a zero, gli italiani non possono pensare di acquistare la benzina anon meno di 1,20-1,25 euro al litroa causa dell’incidenza della tassazione diretta e indiretta”: parola di Maritno Landi, presidente diFaib Confesercenti il quale, intervistato dall’Adnkronos, ha tenuto a ribadire che anche se il petrolio fosse gratis gli italiani pagherebbero la benzina quasi quanto la pagano oggi. Leaccise e l’Iva infatti, incidono in maniera drastica e, questi aumenti a ridosso dell’esodo estivo la dicono lunga: 1,583 per un litro di benzina e 1,421 per un litro di gasolio in modalità servito. “Per assurdo, se i proprietari dei pozzi, gli arabi,ci regalassero il petrolioe quindi le quotazioni del greggio sui mercati fossero pari a zero – ha denunciato Landi – gli italiani non possono pensare di acquistare la benzina anon meno di 1,20-1,25 euro al litroa causa dell’incidenza della tassazione diretta e indiretta”. Attualmente per ogni litro di verde alla pompa, ciò che paghiamo al fisco è costituito dalle accise e dall’Iva al 22% – 0,90 euro per ogni litro di carburante, pari appunto a circa il 60% del prezzo finale alla pompa. “La percentuale libera da accise e tasse – chiarisce il rappresentante dei distributori – corrisponde dunque al 40% che è composta da cinque voci, di cui una sola è variabile, ed è proprio quella relativa alle quotazioni del prezzo al barile.Per quanto riguarda le spese di raffinazione, stoccaggio, trasporto e distribuzione, sono tutti costi fissi”. Ricordiamo che in confronto ai 63 di giugno 2015 e il Brent a 49 dollari al barile rispetto ai 69 di un anno fa, oggi il Wti viene scambiato a 48 dollari al barile. Elementi che ci dicono di quanto sia irrisorio, rispetto alle reali possibilità, il risparmio di quest’ultimo anno per gli automobilisti.  Infatti se in un anno le quotazioni del greggio sui mercati sono scese in media del 25-26%,alla pompa il differenziale rispetto a dodici mesi è intorno al 10-11%. In teoria, insomma, se la percentuale di ribasso delle quotazioni internazionali si fosse riversata allo stesso modo sui prezzi pagati dagli automobilisti, oggi un litro di benzina costerebbe 34 centesimi in menoal litro. Che suun pieno da 60 litri equivale a 20,4 euro in più. Con prezzi più bassi forse anche la crisi del settore sarebbe meno acuta. Il presidente di Faib, infatti, pur riconoscendo “qualche segnale di ripresa perché i consumi hanno smesso di scendere”, ricorda che “siamo ancora molto lontani dagli anni pre-crisi, fra il 20 e il 30% in meno: le vendite non torneranno mai più a quei livelli e le perdite sono consistenti”. Un discorso che investe “anche le Casse dello Stato che, peraltro, adopera il settore come un Bancomat”. Landi invita quindi il governo a “smettere di aumentare le accise a ogni Legge di Stabilità”. Accise spesso motivate da eventi anche lontanissimi: dalle spese per la guerra in Abissinia all’alluvione di Firenze. Certo, non ultimo, anche il numero dei distributori sulle nostre strade: “Dovremmo avere il coraggio di razionalizzare – ammette Landi Landi – i distributori sono sovradimensionati rispetto alla popolazione,ci sono 22-23 mila pompe in Italia rispetto a una media di 12 mila degli altri paesi. E questa situazione determina un’erogazione bassa per ogni pompa: in media è di 1 milione e 300 mila litri l’anno contro i 3 milioni e 500 mila litri delle pompe all’estero”. Situazione che finisce poi per ritorcersi a danno dei distributori  autostradali, costretti a scaricare sui consumatori quella che Landi definisce “una forma di tassazione occulta per le Royaltiesche vengono pagate alle concessionarie e che possono arrivare fino a 10 centesimi al litro. Non a caso quelle pompe hanno visto un calo delle vendite tra il 50 e il 60% a fronte di un calo del traffico del 10%”.

    M.