Conferenza sul clima, i leader del mondo a Parigi

     

    clima 11La Conferenza Onu sul clima, che si sta svolgendo a Parigi, è un appuntamento importante per tutti i leader mondiali che si ritrovano in questi giorni a dover affrontare argomenti delicati e a dover prendere decisioni cruciali per salvare il nostro Pianeta. La preoccupazione sullo “stato di salute” della Terra viene evidenziato e sottolineato da tutte le forze politiche. Obama, Renzi, Hollande, Putin sembrano essere uniti dallo stesso obiettivo: poter evitare un disastro ambientale a livello mondiale che, giorno dopo giorno, sta diventando sempre più una tragica realtà. Anche Papa Francesco ha espresso parole di preoccupazione per la situazione attuale, definendola “al limite del suicidio”. La Conferenza si sta svolgendo tra non poche misure precauzionali, a seguito dell’ondata di paura diffusa in quest’ultimo periodo dagli attacchi terroristici, che hanno visto protagonista proprio la città di Parigi. I potenti del mondo si sono ritrovati all’interno di un bunker blindato del Bourget. Le prime richieste sono state avanzate dallo stesso Ban Ki-moon che, a nome dell’Onu, ha chiesto che l’aumento della temperatura si limiti a meno di 2 gradi. Gli Stati Uniti hanno ribadito il loro impegno nel ridurre del 26-28% le emissioni prodotte nei prossimi dieci anni, rispetto a quelli che erano i livelli del 2005, e hanno sottolineato la loro vicinanza ai Paesi più vulnerabili, promettendo un aumento dei finanziamenti assieme ad altri dieci Stati. Anche il presidente cinese, Xi Jinping, e il presidente francese, Hollande, hanno confermato tutto il loro sostegno al comune accordo preso sulla questione del clima. Un monito a creare un vero accordo guiridicamente vincolante arriva da Putin, concorde sul limite dell’aumento a 2 gradi. Proprio il leader russo è stato al centro di una piccola polemica per il suo ritardo all’avvio della Conferenza che gli è costato la mancata presenza nella foto di gruppo. L’Europa dunque cammina come un fronte unito sulla questione del taglio delle emissioni, calcolato intorno al 40% entro il 2030 ma, ricorda Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea, è necessario anche che ogni Paese si assuma delle responsabilità politiche sul caso. Anche il premier Renzi è intervenuto, portando alla luce i provvedimenti già presi e i risultati raggiunti dall’Italia, negli ultimi anni, per migliorare lo stato del clima. Una voce fuori dal coro arriva dal leader indiano Narendra Modi, il quale ha voluto evidenziare che non sarebbe corretto, da parte dei Paesi più forti e ricchi, imporre una limitazione nell’uso del carbone, andando così di fatto a frenare la loro economia, che sta emergendo ora. Modi, dunque, prende le parti dell’India ma anche di tutti quei Paesi poveri in via di sviluppo che, nella diminuzione delle emissioni, vedono un problema concreto per le loro realtà economiche. La Conferenza terminerà l’11 dicembre e, solo allora, sapremo quali saranno le decisioni prese.