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Dark Web, un infernale ‘mondo di sotto’ aperto a tutti

Fake news, offese di ogni sorta, foto al limite del cattivo gusto: bazzecole! In tanti continuano, spesso a ragione, a denunciare le ‘trivialità’ dei social e della rete in generale eppure, come molti ben sanno, esiste una sorta di ‘mondo di sotto’ dove nell’ombra si annida quanto di peggio possa partoire la mente umana. Non solo vendita di armi e droga, documenti falsi ed altro, no, nel ‘Deep Web’ (o meglio ‘Dark Web‘), come in una sorta di bolgia dantesca ci si può imbattere nell’impossibile. Povere creature da ‘cedere al migliore offerente’, traffico di organi, video sadici con tanto di omicidio – reale – torture indicibili, e persino esplosivi. Un luogo orribile e inimmaginabile, eppure a portata di mano per tutti attraverso determinati codici.

Un ‘mondo infernale’ a portata di mano

Come spiega infatti il docente di Computer & Network Security all’università La Sapienza di Roma, prof. Fabrizio D’Amore, “Il dark web? Non ci vuole niente a entrarci, è alla portata di tutti, anche di un adolescente. Non mi pare il caso di divulgarlo troppo – si affretta infatti a premettere l’esperto – perché il proibito esercita sempre un fascino pericoloso soprattutto sui più giovani“.

Siti assemblati come scatole cinesi

A rendere insidioso e per certi versi inafferrabile questo impenetrabile miro-cosmo, assemblato come una sorta di mega-incastro di scatole cinesi, aggiunge il docente, è che “I siti cambiano indirizzo circa una volta a settimana, ma soprattutto quello che rende difficilmente rintracciabile sia il venditore sia il cliente, è che tra l’utente e l’indirizzo web ci sono almeno cinque o sei snodi digitali – dall’esempio, digitando ‘riaffora poi nel presente’ – per capire dove siamo arrivati basta cercare semplicemente Google e vedere in che lingua è impostata la pagina: siamo alle Seychelles. L’altra cosa interessante, da tener presente è che la lingua ufficiale del dark web è l’inglese. Appena uno usa una lingua non inglese fa un passo per essere identificato“.

Rintracciarli per oscurarli è difficilissimo

Dunque cosa fare? Possibile che tutto ciò accada ‘quasi’ sotto i nostri occhi senza che nessuno possa far nulla per fermarla?Purtroppo no – risponde laconicamente il prof. D’Amore – perché conoscere l’indirizzo di un sito e collegarsi al sito non consente di trovare dov’è il sito, né consente di attivare meccanismi per bloccarne le attività…“.
Max