Di Maio ribadisce necessità gasdotto Tap

    Pur tra pareri contrastanti, si avviano i lavori del gasdotto Tap che dovrebbe portare gas dall’Europa Orientale, passando per l’Adriatico, fino ad arrivare in Puglia. I sostenitori dei 5 stelle sono rimasti delusi dalla scelta di avviare i lavori, nonostante il governo abbia ribadito a più riprese che, qualora si fosse arrestato il progetto, per gli Italiani ci sarebbe stato un conto salatissimo da pagare. “La cosa migliore è dire la verità ai cittadini” ha commentato il vicepremier Di Maio, giunto a Marcianise ad inaugurare il primo treno merci ad Alta Velocità – insieme ai più alti dirigenti del gruppo FS italiane ed enti locali. Di Maio, ancora una volta, si è pronunciato diversamente sull’avvio dei lavori del gasdotto Tap che ha generato una spaccatura enorme con i rappresentanti pugliesi del M5S e aggiunto pepe sulle scissioni interne per quanto concerne i punti del decreto fiscale, dl sicurezza e condono edilizio a Ischia. “Quando abbiamo potuto studiare bene tutte le carte del gasdotto Tap e ci siamo concentrati sulla proiezione dei rischi, quando abbiamo capito che avremmo dovuto sborsare oltre 20 miliardi e rinunciare così al reddito di cittadinanza, alle pensioni e a tutto quello che stiamo facendo, e allora è chiaro che abbiamo dovuto dire la verità ai cittadini. E per questo ringrazio il presidente Conte che ci ha messo la faccia”, si giustifica così il ministro dello Sviluppo Economico. Di Maio ha sostituito il termine “penale”, con “risarcimento”: non vi è più un contratto di Stato che può essere soggetta a penali – perché non esiste – ma un conseguente giudizio del governo e del capo del Movimento. La nuova dichiarazione, tuttavia, si scontra con tutto ciò che il Movimento si era promesso di fare sia prima delle elezioni che quando sono saliti al governo. Un altro esponente pentastellato, Di Battista, aveva detto in campagna elettorale: “Con il governo dei 5 Stelle quest’opera la blocchiamo in due settimane”, proprio parlando della Tap, che giungerà sino sulle coste di Melendugno. Le parole risalgono ad un anno fa . Ma fino al febbraio di quest’anno, il cavallo di battaglia dei 5S in Puglia era per l’appunto bloccare l’opera, come hanno precisato i militanti e attivisti che ora proclamano ad alta voce le dimissioni. Le prime discordanze erano sorte quest’estate quando il premier Conte, dopo aver visionato le carte, aveva lanciato i primi allarmi su un eventuale stop :”Ci sarebbero da pagare miliardi”, aveva detto. Ora Di Maio sembra avercela non soltanto “con quelli che stavano prima di noi”, ma anche con gli elettori che non li hanno mandati prima a guidare il paese. “Se noi fossimo andati al governo del Paese nel 2013, quest’opera non si sarebbe fatta”, continua, a margine dell’evento con Ferrovie. Nessun imbarazzo, ovviamente, mentre inaugura e si congratula con il servizio Merci Fast dell’AV. “Noi non siamo contro l’Alta Velocità , non siamo contro le grandi opere se portano lavoro, siamo invece contro se queste servono solo a spendere soldi”, aggiunge dal palco. Quanto al completamento della Tav Lione-Torino, Di Maio sottolinea : “Nel contratto di governo è prevista la rinegoziazione, questo c’era e di questo discuteremo”. Preoccupato per la tenuta del governo o la fronda interna? “No. Dobbiamo tenere duro, come governo dobbiamo essere più compatti. Stanno provando a fermarci in tutti i modi. Ma l’anno che sta per arrivare , il 2019, sarà davvero l’anno del cambiamento. I cittadini se ne accorgeranno”.