DOPO 2 ORE, NON RIUSCENDO A TROVARE LA VENA, IL GIUDICE RINVIA L’INIEZIONE LETALE PER IL CONDANNATO A MORTE

    Giustamente il suo avvocato ha parlato di una “tortura”. Del resto come definire la scena di un condannato a morte tramite iniezione letale, costretto per 2 ore a vedere i ripetuti tentativi da parte dei medici di trovare una vena dove far defluire il veleno. Doyle Lee Hamm, è un condannato a morte dell’Alabama, destinato a morire per aver assassinato, nel 1987, il commesso di un motel nel corso di una rapina. Come ha raccontato il suo legale, l’avv. Bernard E. Harcourt, più volte aveva chiesto la revoca dell’esecuzione, in quanto il suo cliente era condannato da un cancro in uno stadio avanzato. “L’esperto medico indipendente della Corte – ha quindi scritto il giudice – ha riferito che il signor Hamm ha vene periferiche accessibili nelle sue estremità inferiori e che le vene periferiche nelle sue estremità superiori, pur essendo accessibili, sarebbero più difficili da raggiungere e richiederebbero un operatore esperto che utilizzi una guida ecografica”. L’esecuzione è stata così ‘rinviata’.
    M.