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    Dottor Mariano Amici sui vaccini: “La sperimentazione preventiva non è stata sufficiente per valutare rischi e benefici”

    Somministrazioni ‘sperimentali’, per le quali la sperimentazione preventiva non è stata sufficiente per valutare i rischi e il rapporto con i benefici. Così Mariano Amici, medico (e chirurgo) di Ardea, ha definito i sieri adenovirali Astrazeneca e Janssen e le terapie geniche a base di RNA messaggero di Pfizer e Moderna.

    Affermazioni frutto di una ricerca che il dott. Amici porta avanti da mesi. Dai ‘tour’ nelle piazze cittadine, agli articoli pubblicati sul suo sito Marianoamici.com per finire al suo canale Telegram: così prosegue la sua ‘missione’ di sensibilizzazione. Che, nell’ultimo messaggio pubblicato su Telegram, ha portato Amici a spiegare i motivi per cui è contrario “alle cosiddette vaccinazioni anti Covid”.

    Inizia così il messaggio del dott. Amici: “Una delle motivazioni che mi hanno spinto fin dall’inizio ad essere cauto e poi contrario nei confronti delle cosiddette vaccinazioni anti Covid è l’assenza di sperimentazione sufficiente ad avere dei dati clinici statisticamente significativi per maturare una ponderata valutazione del rapporto tra rischi e benefici.

    Non sono certamente l’unico medico a pensarla in questo modo, sono però tra i pochi che ha avuto e continua ad avere il coraggio di affermarlo pubblicamente, anche e soprattutto andando contro i miei interessi, sia perché le vaccinazioni vengono retribuite e sia per l’ostracismo professionale ed umano a cui chi dissente viene sottoposto. Dalla risata in faccia all’insulto, dalle minacce personali alla sospensione dall’ordine professionale, dalle accuse di essere uno stregone a quelle di essere un ignorante medicuncolo di campagna”.

    Spiega ancora Amici: “Dico e ribadisco che i sieri adenovirali Astrazeneca e Janssen e le terapie geniche a base di RNA messaggero di Pfizer e Moderna sono e restano somministrazioni “sperimentali” perché autorizzate in emergenza a causa della dichiarazione dell’OMS dello stato di emergenza pandemica.

    AIFA smentisce da sempre questa affermazione parlando di sperimentazione “abbreviata” ma completa, e nella sua pagina FAQ si esprime con precisione in questi termini: «Gli studi che hanno portato alla messa a punto dei vaccini COVID-19 non hanno saltato nessuna delle fasi di verifica dell’efficacia e della sicurezza previste per lo sviluppo di un medicinale, anzi, questi studi hanno visto la partecipazione di un numero assai elevato di volontari, circa dieci volte superiore a quello di studi analoghi per lo sviluppo di altri vaccini. La rapida messa a punto e approvazione si deve alle nuove tecnologie, alle ingenti risorse messe a disposizione in tempi molto rapidi e a un nuovo processo di valutazione da parte delle Agenzie regolatorie, che hanno valutato i risultati man mano che questi venivano ottenuti e non, come si faceva precedentemente, solo quando tutti gli studi erano completati”.

    E ancora: “Tuttavia si dimentica di dire che ha autorizzato i 4 sieri a seguito dell’autorizzazione data dall’European Medicines Agency (EMA), che è l’ente centrale per i farmaci dell’Unione Europea, il quale li ha licenziati con una Conditional marketing authorisation, che tradotto significa Autorizzazione Commerciale Condizionata. Di cosa si tratta?

    È una procedura accelerata usata in caso di emergenza di salute pubblica, che risponde ad esigenze mediche insoddisfatte (cioè assenza di cure efficaci) e che usa meno dati di quanti normalmente ne vengono richiesti, purché i dati disponibili indichino che i benefici superano i rischi. Si deve essere in presenza di una malattia gravemente debilitante o potenzialmente letale ed inoltre, chi richiede tale autorizzazione, deve provvedere a fornire i dati esaustivi nel futuro.

    Pertanto vi invito a leggere con attenzione e riflettere. Aifa ed i sacerdoti della vaccinazione ci dicono che la sperimentazione dei quattro cosiddetti vaccini è completa e non ha subito contrazioni, se non di lungaggini burocratiche. Ema invece dice che l’autorizzazione condizionata consente una sperimentazione con dati minori e solo in caso di emergenza”, conclude Mariano Amici.