Home ATTUALITÀ Elezioni comunali 2021, Roma e Torino al centrosinistra

    Elezioni comunali 2021, Roma e Torino al centrosinistra

    Il centrosinistra conquista al ballottaggio Roma con Roberto Gualtieri e Torino con Stefano Lo Russo nelle elezioni comunali 2021, completando la cinquina di grandi città iniziata due settimane fa con Milano, Bologna e Napoli. Il centrodestra conserva Trieste. I risultati del 18 ottobre fanno calare il sipario sulle amministrative che consegnano in particolare la Capitale a Roberto Gualtieri. 

    Gualtieri raccoglie l’eredita di Virginia Raggi e diventa il nuovo sindaco di Roma aggiudicandosi il ballottaggio con il 60,15% e vincendo nettamente la sfida con Enrico Michetti, candidato di centrodestra che si ferma al 39,85%. 

    “Grazie davvero, ai romani e alle romane per questo risultato significativo. Sono onorato per la fiducia. Ce la metterò tutta”, dice a caldo Gualtieri, che dà le prime indicazioni sulla giunta: “Sarà una squadra di grande qualità, ci stiamo lavorando e la comunicheremo”. Nella squadra, nessun coinvolgimento di Calenda o del M5S: “Dialogherò con tutti ma sulla giunta vale quello che ho detto in campagna elettorale”, ovvero che non sono previsti apparentamenti. 

    Netto successo del centrosinistra anche a Torino. All’ombra della Mole, Stefano Lo Russo conquista il 59.23% dei voti al ballottaggio, staccando nettamente Paolo Damilano; il candidato di centrodestra non va oltre il 40,77%. “E’ stato un risultato oltre le aspettative, un esito importante che ci responsabilizza molto”, dice Lo Russo. 

    “Lunedì 25 ottobre annuncerò la giunta. L’obiettivo è cercare di far ripartire Torino, sono aperto alla collaborazione di tutti” ribadisce, aggiungendo che “ora il mio primo compito sarà essere inclusivo e sostenere istanze sia di chi non mi ha votato, sia di chi non è andato alle urne”. 

    Roberto Dipiazza si conferma sindaco di Trieste per la quarta volta. Il candidato di centrodestra si impone con il 51,29% dei voti, aggiudicandosi la sfida equilibrata con Francesco Russo, che arriva al 48,71%. “E’ una grande soddisfazione – dice il sindaco ai cronisti – ed è importante anche per portare avanti un momento per la città straordinario, visto che abbiamo tantissime risorse del Pnrr da investire”. 

    Il Pd, alla fine della giornata, festeggia una “vittoria trionfale”, come dice il segretario Enrico Letta. “Siamo andati oltre ogni più rosea aspettativa”. “Vinciamo comunque, sia dove il centrodestra aveva azzeccato i candidati che dove non li aveva azzeccati”, aggiunge allargando il discorso alle vittorie ottenute a Latina e Varese. Il Pd vince “con percentuali del 60%, in periferia come nelle metropoli. Il Pd, rafforzato, non è più il partito delle Ztl”, fa ancora notare Letta, che nelle prossime ore rimetterà piede in Parlamento da deputato. 

    “Con questo risultato così travolgente avremmo l’interesse ad andare al voto, perché il Pd in Parlamento è sotto rappresentato. Ma io invece dico che questo voto rafforza il governo Draghi e al governo chiediamo di andare avanti”, chiarisce. 

    Nel centrodestra è il momento di analizzare la sconfitta. “Il centrodestra esce sconfitto da queste elezioni amministrative, ne siamo tutti consapevoli”, dice Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. “Confermiamo Trieste, ma non riusciamo a strappare al centrosinistra le altre 5 grandi città. La sconfitta richiede una valutazione approfondita da parte del centrodestra, Fratelli d’Italia ha una particolare responsabilità e non intende sottrarsi. Bisognerà ragionare con freddezza, ma alcune valutazioni si possono fare a caldo”, dice. Con Matteo Salvini c’è già stato un contatto telefonico, a breve ci sarà un vertice generale anche con Silvio Berlusconi. 

    Negli ambienti della Lega si riflette anche sull’astensionismo molto alto. “Avremmo preferito vincere a Roma, i cittadini hanno sempre ragione quando scelgono, ma il dato su cui ragionare è il non voto, che in alcuni quartiere ha superato il 70%”, dice Matteo Salvini. 

    “Se uno viene eletto sindaco da una minoranza di una minoranza è un problema non per un partito, ma per la democrazia”. “Penso – dice il leader del Carroccio – ai politici e ai giornalisti, perché l’ultimo mesi di campagna elettorale lo passi parlando di abitudini sessuali e attacchi fascisti…”.