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Fine vita, la Serracchiani (Pd): “La politica non può chiamarsi fuori. Colpisce la gelida indifferenza ‘dei professionisti’”

Angosciante si debba andare in tribunale per esercitare un diritto di libertà e dignità personale sancito dalla Corte costituzionale. Il rifiuto dell’azienda sanitaria Giuliano Isontina di verificare le condizioni di una triestina malata di sclerosi multipla va contro questa sentenza e prolunga crudelmente le sofferenze di una persona per cui ogni giorno è una pena. Sarebbe grave se una pubblica amministrazione fosse guidata da scelte ideologiche rispetto a garanzie costituzionali”.

Fine vita, la Serracchiani sulla drammatica vicenda di una 55enne triestina, da ani affetta da sclerosi multipla

E’ Debora Serracchiani (nella foto), responsabile Giustizia del Pd, rileggendo l’annosa ‘querelle nazionale’, intervenendo sul caso di una donna triestina di 55 anni, affetta da sclerosi multipla, che ha denunciato per rifiuto/omissione d’atti d’ufficio l’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI), per non aver proceduto alle verifiche previste dalla “sentenza Cappato” della Corte costituzionale.

Fine vita, la Serracchiani: “Giunta in Senato, la legge sulla morte medicalmente assistita, con la caduta di Draghi è decaduta”

Ci eravamo avvicinati a recepire la sentenza della Consulta sul fine vita – ricorda la parlamentare – approvando lo scorso anno alla Camera una legge sulla morte medicalmente assistita, passandola poi al Senato, ma con la caduta di Draghi è decaduta, ma ora tutto è più difficile con questa maggioranza. Il Pd l’ha comunque ripresentata. La politica ha un dovere e non può chiamarsi fuori. Colpisce la gelida indifferenza con cui il caso viene derubricato a ‘compito dei professionisti’ da un esponente della giunta regionale. Siamo ancora il Friuli Venezia Giulia di Eluana Englaro? Pensiamo – conclude Serracchiani – che può accadere a ognuno di noi”.

Max