FOTO POSATE IN CAMICE, SELFIE NELLE CORSIE, E ADDIRITTURA IN SALA OPERATORIA: IL MINISTERO SOLLECITA L’INTERVENTO DEGLI ORDINI PER PORRE FINE A QUESTA ODIOSA MODA

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    “Sono ormaifrequenti le notizie di stampa che segnalano il dilagare del fenomeno della pubblicazione di fotografiee selfies sui social network scattate da parte dei professionisti sanitari durante l’esercizio dell’attività lavorativa”. E’ si legge nella circolare – in possesso dell’Adnkronos Salute – firmata dal direttore della Direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Ssn’ del ministero della Salute, Rossana Ugenti. Una ‘missiva’ attraverso la quale si ordinalo stop a fotografie e  selfie scattati in corsia o, peggio, addirittur in sala operatoria. La lettera è stata dunque spedita sia allaFederazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), chealle Federazioni dei collegi Ipasvi (infermieri), dei collegi delle Ostetriche e dei collegi Tsrm (Tecnici sanitari di radiologia medica). Questo perché tali – odiose – abitudini, rischiano di sfociare “nella violazione dellaprivacy del paziente. Un problema da tempo all’attenzione del ministero, che in alcuni casi si è attivato chiedendo chiarimenti su fatti accaduti agli Ordini e ai Collegi interessati”. Inoltre, si legge ancora, in riferimento al ministero presieduto da Beatrice Lorenzin, l’ambiente sanitario è un “ambito delicato”, e dunque certi comportamenti “mettono a rischio il rispetto della privacy del paziente, compromettendo l’immagine degli stessi sanitari”. Incidendo sulla fiducia tra pazienti e sistema sanitario. Dal canto suoRoberta Chersevani, presidente della Fnomceo, nella comunicazione 37 a presidenti degliOrdini provinciali e delle Commissioni per gli iscritti all’Albo degli odontoiatri, tiene a ribadire che “Per un medico che ha prestatogiuramento professionale, appare inaudito realizzare simili comportamenti che violano in modo gravissimo le regole della deontologia professionale”. E, “nel ribadire che i comportamenti segnalati violano l’essenza stessa delCodice deontologico”, la presidente ricorda in particolare i passi che devono guidare il comportamento del ’camice bianco’, che “in nessun caso abusa del proprio status professionale, e deve mantenere il segreto su tutto ciò di cui è a conoscenza in ragione della propria attività professionale. Il medicopuò trattare i dati sensibili idoneia rivelare lo stato di salute della persona solo con il consenso informato della stessa o del suo rappresentante legale”.