FUMO: LO STUDIO, MAXI-TASSA SU E-CIG AUMENTA RISCHIO MERCATO NERO

    L’aumento delle tasse sulle sigarette elettroniche potrebbe favorire il commercio illegale delle e-cig. A sostenerlo e’ una ricerca elaborata dall’Istituto Bruno Leoni, da cui emerge che se il prezzo delle sigarette elettroniche dovesse superare una certa soglia, alcuni fumatori potrebbero rivolgersi al mercato nero. Lo studio e’ stato presentato questa mattina a Roma nel corso del convegno ’La sigaretta elettronica. Perche’ privarsi di un’opportunita’?’. L’analisi dell’Istituto Bruno Leoni parte dal presupposto che “l’aumento delle accise sul tabacco non fa altro che stimolare la domanda di sigarette di contrabbando”. Entrando nel dettaglio della ricerca vengono descritti tre scenari: lo status quo, l’equiparazione fiscale e un caso intermedio (accise proporzionali alla quantita’ di nicotina). Nel primo caso la diffusione del fumo elettronico in assenza di accise puo’ portare “un aumento delle entrate Iva, una riduzione della spesa sanitaria e un aumento della speranza di vita”. Il secondo scenario prende in esame l’equiparazione tra sigarette convenzionali ed elettroniche. In questo caso, il mercato “si sposterebbe dai nuovi punti vendita ai tabaccai a causa della monopolizzazione del prodotto. E ancora: diminuirebbero i consumi legali e aumenterebbe il contrabbando. Infine si sposterebbe la domanda dalle e-cig con nicotina a quelle senza, che non sarebbero tassate”. L’Istituto analizza poi la tassazione applicata solo ai flaconcini con la nicotina. Ebbene, secondo lo studio “le sigarette elettroniche senza nicotina continuerebbero a essere vendute senza accise, quelle con poca nicotina continuerebbero a costare di meno, e quelle con un contenuto di nicotina paragonabile a quello delle sigarette inizierebbero a costare come le sigarette normali”. Al convegno e’ intervenuta anche la senatrice Maria Rizzotti, vice presidente della XII Commissione Igiene e sanita’ del Senato, che ha spiegato come la ’maxi-imposta’ sulle e-cig “andrebbe applicata solo ai liquidi e non agli apparecchi. La tassa del 58,5% – ha detto – sposterebbe i consumi sul mercato illegale impedendo cosi’ di raggiungere gli obiettivi di gettito prefissati. E’ inoltre paradossale – ha aggiunto – che un decreto che mira a tutelare l’occupazione vada a discapito della crescita occupazionale”. Anche Ignazio Abrignani, vice presidente della X Commissione Attivita’ produttive, commercio e turismo della Camera e’ d’accordo con Rizzotti, e aggiunge: “Un mercato che offre nuovi posti di lavoro e un po’ di respiro alla nostra economia malata – ha concluso – va tutelato e guardato in maniera molto piu’ rispettosa”.