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Gino Strada, fondatore di Emergency, si è improvvisamente spento a 73 anni. Messaggi di cordoglio da tutto il mondo

La prima a rimanere dolorosamente impressionata da questa orribile notizia giunta in tarda mattinata come un fulmine a ciel sereno, è stata la presidente della stessa ong, Rossella Miccio: “Nessuno se l’aspettava. Siamo frastornati e addolorati. E’ una perdita enorme per il mondo intero. Ha fatto di tutto per rendere migliore il mondo. Ci mancherà tantissimo”.

Proprio così, stamane a 73 anni si è improvvisamente spento Gino Strada, fondatore di Emergency.

La notizia ha fatto rapidamente il giro del mondo suscitando ovunque dolore e commozione.Le agenzie hanno così iniziato a battere all’impazzata, la pioggia di messaggi di cordoglio piovute dalle principali istituzioni, italiane e non.

Attraverso Twitter il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, parla di ”Un grande medico per i diritti umani e per la pace. La sua morte, per un’assurda coincidenza, arriva mentre tutto ciò che Emergency ha fatto in Afghanistan rischia di andare nuovamente distrutto”.

“Difendere l’uomo e la sua dignità – ha commentato il ministro della Salute, Speranza – sempre e dovunque. Questa la lezione più bella di Gino Strada che non dobbiamo dimenticare mai. La mia vicinanza ai suoi cari e a tutta Emergency”.

Da Bruxelles, il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha ricordato “Gino Strada, una vita esemplare. Di amore e di lotta. Una grande eredità”.

Pietro Grasso, senatore di Leu, ha scritto: ”Mentre i talebani avanzano in Afghanistan arriva la triste notizia della morte di Gino Strada. Ha fondato Emergency per curare le ferite e le vittime di tutte le guerre, ha tenuto alto il nome dell’Italia nel mondo e non si è mai tirato indietro di fronte alle difficoltà nel nostro Paese e all’estero. Un abbraccio affettuoso e commosso a Cecilia e a tutti coloro che lavorano o fanno volontariato per Emergency”.

Anche Giuseppe Sala, sindaco di Milano, è stato fra i primi a ricordare Strada attraverso Fb: “Se ne è andato un caro amico, Gino Strada. Gli volevo bene e lui ne voleva a me. In giugno avevo celebrato il suo matrimonio con la dolce Simonetta, una cerimonia riservata come loro desideravano. Di Gino si può pensare quello che si vuole, ma una cosa è certa: ha sempre pensato prima agli altri che non a se stesso. Mi e ci mancherai”.

Oltre che dalle persone comuni, numerose e sentite anche le attestazioni di cordoglio da parte del mondo dello spettacolo e della cultura.

Aggiornamento delle ore 16.23

Poco dopo esser stata diffusa la notizia, via via sono giunti i messaggi dal mondo della politica.

Da Palazzo Chigi, è stata diffusa la nota firmata dal premier Draghi: “Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha appreso con tristezza della morte di Gino Strada. Ha trascorso la sua vita sempre dalla parte degli ultimi, operando con professionalità, coraggio e umanità nelle zone più difficili del mondo. L’associazione ‘Emergency’, fondata insieme alla moglie Teresa, rappresenta il suo lascito morale e professionale. Alla figlia Cecilia, a tutti i suoi cari e ai colleghi di Emergency, le più sentite condoglianze del governo”.

Il presidente della Camera, Roberto Fico: “Quanto ci mancherà Gino Strada, l’impegno e il coraggio di un vero costruttore di pace. La sua umanità e una missione: essere al fianco degli ultimi in tutto il mondo. Grazie per tutto quello che hai fatto. Un abbraccio ai suoi cari e a tutta Emergency”.

Il leader del M5S Giuseppe Conte: “Una vita dedicata agli altri, e soprattutto ai più fragili e vulnerabili. Un esempio costante, concreto di autentica solidarietà e rara umanità. Una perdita inestimabile. Ciao Gino”.

Enrico Letta, segretario del Pd: “Da oggi l’Italia è più povera. #GinoStrada”.

Matteo Renzi (Italia Viva): “Spesso non d’accordo con lui, ma era un uomo vero. Ho conosciuto Gino Strada leggendo con gli scout un suo libro, Pappagalli Verdi. Quando ci ho parlato la prima volta ero appena stato eletto sindaco. Gli chiesi se volesse scendere a mangiare qualcosa in piazza. Mi disse: restiamo qui. E allora ci siamo seduti nella sala di Clemente VII con due panini alla porchetta e un bicchiere di vino a testa. Due ore testa a testa a discutere su posizioni diverse partendo dal fatto che per lui non esistesse nessuna guerra giusta. Nessuna guerra possibile. E giù a discutere di talebani, ex Jugoslavia, Africa. Era implacabile nel suo argomentare, era bello condividere il cibo in semplicità, era uno di quei momenti che restano. Potevi non essere d’accordo con lui, a me è accaduto molto spesso. Ma quando ti raccontava il suo impegno perché la salute fosse davvero un bene di tutti e per tutti rimanevi senza parole. Non era un uomo facile. Ma era un uomo vero. Che la terra gli sia lieve. Un pensiero speciale a chi lo ha amato, a chi ci ha discusso e litigato con affetto e autenticità e a tutta la comunità di Emergency”.

Max