Home ATTUALITÀ Green pass covid, Minelli: “Potrebbe valere oltre un anno”

    Green pass covid, Minelli: “Potrebbe valere oltre un anno”

    Il green pass “per le persone vaccinate potrebbe avere una validità che va tranquillamente oltre l’anno”. Lo afferma all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione italiana di Medicina personalizzate. “Dopo gli anticorpi (le ormai ultra-famose ‘IgG anti-spike’), prima linea di difesa prodotta dai linfociti B contro il temuto aggressore, nelle dinamiche immunologiche messe in atto dall’organismo umano contro il Sars Cov-2 entra in gioco anche un’altra particolare tipologia di globuli bianchi rappresentata dai linfociti T – spiega l’immunologo – Si tratta di cellule strategiche grazie alle quali il sistema immunitario provvede a scovare e a neutralizzare le cellule del nostro organismo eventualmente infettate dal virus”.  

    “Dunque gli anticorpi, ovvero le IgG che cerchiamo nei test sierologici, rappresentano solo uno dei meccanismi attraverso i quali i nostri sistemi di difesa esercitano la propria attività. E però, mentre dosare gli anticorpi è pratica oramai routinaria, semplice e fattibile in tutti i laboratori, misurare la risposta mediata dai linfociti T è metodica tutt’altro che facile, trattandosi di esami costosi e assai sofisticati – avverte l’immunologo -. Questo, purtroppo, non consente di indagare aspetti molto importanti dei processi di immunizzazione, soprattutto relativi alla ‘memoria’ dell’infezione che rimane immagazzinata in determinati ‘serbatoi’ del nostro complicato sistema protettivo”.  

    “Tutte queste cognizioni, essenziali sul versante clinico, dovrebbero essere tenute in conto nelle positive considerazioni che, grazie ai vaccini, in questi giorni vanno consolidandosi sul contenimento dei numeri complessivi della pandemia. Come dire – suggerisce l’immunologo – che l’immunoprotezione, che va maturandosi in numeri progressivamente crescenti di soggetti vaccinati, è comunque garantita anche nei casi in cui il test sierologico di controllo dovesse non fornire il conforto di una sufficiente produzione di anticorpi. In tali soggetti le difese si saranno comunque prodotte”. 

    “Il trasferimento di questi dati tecnico-scientifici ai decisori, agli operatori sanitari e agli organi d’informazione destinati ai cittadini, oltre ad autorizzare credibilmente una possibile anticipazione delle previste pratiche di concessione dei pass vaccinali – sostiene Minelli – potrebbe credibilmente giustificare e fornire opportuni chiarimenti circa gli allungamenti dei tempi di somministrazione delle seconde dosi rispetto alle prime ciò che, tra l’altro, renderebbe immediatamente disponibili quantità di vaccino per numeri molto più alti di persone in attesa”, conclude.