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Grillo: “I 5S non sono più marziani”. Cacciati i fautori del no a Draghi, ora ‘preoccupa’ la Camera

Oggi, alle 21,55 la sonda Perseverance atterrerà su Marte. Alla stessa ora, la Perseveranza atterrerà su un altro Pianeta. La Terra. Più precisamente alla Camera dei deputati. I Grillini non sono più marziani”.

Eccolo, poco dopo la fiducia al governo Draghi, e la ‘scomunica’ per i 15 senatori che hanno votato contro – e dunque cacciati dal M5s – un raggiante Beppe Grillo. Un post che il garante ha diffuso cercando di mantenere intatto l’entusiasmo, in parte guastato dalla ‘variante’ dei 15.

La loro espulsione, ha inevitabilmente riacceso il fronte del no che ora attende alla Camera. Fonti interne al Movimento parlano di  17, massimo 23” parlamentari, decisi a votare contro”. Dal canto suo Crimi, dopo quanto scaduto ieri, oggi ha rimarcato che le assenze ‘non giustificate’, saranno automaticamente punite con l’espulsione.

M5s, Crimi: “Quello di chi ha votato sì è un voto unitario, una responsabilità collettiva”

E’ stato proprio il capo politico del M5s ieri sera, dopo il voto, ad annunciare che “I 15 senatori che hanno votato no alla fiducia al governo Draghi saranno espulsi”. Ed ancora, ”Ieri al Senato il MoVimento 5 Stelle ha votato sì. Non lo ha fatto a cuor leggero, è evidente. Ma lo ha fatto. Lo ha fatto con coerenza, nel rispetto dell’orientamento emerso in seguito all’ultima consultazione, dove la maggioranza dei nostri iscritti si è espressa a favore. E lo ha fatto con coraggio, assumendosi la responsabilità di una scelta che non guarda all’interesse esclusivo del MoVimento o al facile consenso, bensì agli interessi di tutti i cittadini italiani e della nostra comunità nazionale. Quello di chi ha votato sì è un voto unitario, una responsabilità collettiva, non del singolo”. Oltretutto, ha commentato il capo politico del Movimento su Fb, “il voto sul nascente Governo non è un voto come un altro. È il voto dal quale prendono forma la maggioranza che sostiene l’esecutivo e l’opposizione. Ed ora i 15 senatori che hanno votato no si collocano, nei fatti, all’opposizione. Per tale motivo non potranno più far parte del gruppo parlamentare del MoVimento al Senato”. Di qui il ‘varo’ dell’ennesima ‘regola interna’: chi figurerà assente senza motivazioni (come salute o necessità), sarà espulso.

M5s, i senatori espulsi decisi a far ricorso: “Abbiamo subito un’ingiustizia!

Tuttavia i senatori ‘cacciati’ promettono il ricorso in tribunale, in quanto vitame di un’ingiustizia. Come spiegano alcuni di loro: “C’è il quesito ‘truffaldino’ che è stato sottoposto alla base, ma anche una serie di altre questioni. Per dirne una: il nostro Statuto mette nero su bianco che il voto di fiducia va dato a un premier espressione del Movimento, vi sembra che Draghi lo sia?“.

Intanto, nella solita confusione in atto, Giuseppe D’Ambrosio ha annunciato di aver lasciato il gruppo parlamentare M5S alla Camera, per aderire a quello Misto. E’ invece ancora un mistero su cosa faranno la maggior parte dei 15 senatori espulsi. Se Lannuti ha affermato che “Non rilascio dichiarazioni, ma le dico con chiarezza che faremo ricorso”, da Fb Nicola Morra scrive: ”Apprendo che è stata avviata la procedura di espulsione nei miei confronti. Sono molto scosso da questa decisione, ora voglio riflettere. Mi sento M5S nel sangue”.

M5s, dai senatori potrebbe nascere una nuova formazione?

Quindi si verso la formazione di “Un nuovo soggetto politico? Stiamo valutando il da farsi – replica Bianca Laura Granato – se vogliamo rendere produttiva la scelta, mi sembra l’unica via percorribile”. Poi, sul “Chi sarà il leader?”, la grillina aggiunge che “Spero non ci siano leader… ne abbiamo visti abbastanza. Ci prendiamo una pausa, che è meglio“.

Dal canto suo Carlo Sibilia preferisce far parlare le evidenze: “Ad oggi il Covid-19 ha prodotto qualcosa come 2,72 milioni di casi, quasi 95.000 decessi solo in Italia. Dal punto di vista economico si contano 662mila posti di lavoro persi (fonte INPS) e 4,3 miliardi di euro cassa integrazione erogati. Stime di Banca Italia parlano di redditi calati del 8,8%. Il nostro rapporto debito pil in pandemia è passato da 130% al 160%. Circa 121 miliardi di incremento del debito sono risultati necessari per affrontare le conseguenze dell’emergenza. Sono numeri da bollettino di guerra“.

Infine, aveva premesso Francesco Forciniti  poco prima del voto ”Stasera il mio NO a questo governo sarà netto, convinto e consapevole. Oltre ogni minaccia, oltre ogni pressione, oltre ogni possibile conseguenza personale alla quale potrei andare incontro”.

Max