Il Raduno degli Elefanti

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    Si è conclusa da pochi giorni l’edizione 2013 del mitico Elefantentreffen, riviviamolo con l’avventura in scooter di qualche anno fa di un nostro lettore

     
    Si dice che nessuno possa definirsi un vero motociclista senza partecipare almeno una volta all’Elefantentreffen, il mitico raduno invernale che si svolge in Germania. E quando non è possibile andarci in moto, va bene anche uno scooter!
     
    Testo e foto di Fabio Romano
     
    Intanto, è necessaria una premessa: la scelta di usare uno scooter è stata imposta dalle circostanze. Sono un motociclista con oltre 250.000 km alle spalle, e ben quattro BMW GS come ultime moto possedute. Quello che racconto è stato il mio quinto Elefantentreffen, svoltosi su una cavalcatura ben diversa dalle precedenti.  Infatti, il 20 settembre 2008, mentre stavo andando a Vallelunga per seguire il Mondiale Superbike, alle 4 di mattina percorrevo la tangenziale di Mestre (3 corsie, deserte a quell’ora) a 140 km/h dove c’era il limite di 60 ed ho incontrato una pattuglia della polizia con il tele laser! Risultato? Sei mesi senza patente e programma di viaggio stravolto. Ma per fortuna posso guidare un 50 cc…
    Ho scelto un Kymco agility 4T, che si è rivelato davvero affidabilissimo: non è mai andato in difficoltà, per il freddo, l’altitudine e le salite dei passi. Abito vicino a Treviso: studiando le carte stradali, non potendo fare autostrada, ho scelto la SS 51, prevedendo di passare per  Cortina, San Candiso, Lienz, Ferbertauerntunnel, Bad Reichenall, Vilshofen e Turmansbang, per un totale di circa 600 km. Sono partito alle 4 di mattina, usando un abbigliamento particolare: pelli di pecora, che si sono dimostrate eccezionali contro il freddo! Avendo previsto di rimanere in sella per circa 30 ore (tra andata e ritorno), dovevo proteggermi bene. La temperatura più bassa sono stati i -14° C, trovati nella discesa dal passo di Cimabanche, verso San Candido, alle 8.30 di mattina. Anche il Ferbertauern Tunnel (a ridosso del Gross Glockner) era altrettanto freddo, ma visto l’orario (circa le 11.30) ho sofferto meno. Durante le salite, una breve pausa per far riposare il motore è stata sufficiente. In salita, la velocità è stata di circa 20 km/h.  Alle 16.30,  ho fatto tappa a Bad Reichenal, godendo dello splendido centro termale a ridosso della cittadina, dove, in sei tipi di saune diverse, da 60 a 100 gradi,  mi sono riscaldato… le ossa. 
    Il Kymco, malgrado le strade impegnative, ha percorso 50 km con un litro. L’autonomia totale superava pertanto i 200 km, anche se per prudenza facevo il pieno ogni 100-130 km. Al distributore pagavo un’inezia: 2 Euro e poco più, anzi in Austria, dove la benzina costa meno, non superavo i 2 Euro! Il giorno seguente, senza più passi da valicare ma solo dolci colline (circa 400-500 metri altezza), attraverso il Danubio, unico punto senza neve e finalmente inizio ad intravedere la meta. E’ bellissimo quando mi avvicino a Thurmansbang, con tante moto che mi sorpassano: procedo a circa 50 km/h e loro sono ben più veloci. Soprattutto gli italiani, che riconoscono la mia targa, mi incoraggiano e mi incitano… Forza, ormai è fatta! Alle 14 arrivo al raduno, tra l’altro prima dei alcuni amici motociclisti, partiti venerdì mattina ed arrivati verso le 16, tra i quali “il lupo”, di Pistoia, un veterano con ben venti raduni alle spalle. Il fieno da mettere sotto le tende, per proteggersi dal freddo,  (5 Euro a balla, si compra al raduno) era finito: siamo andati in una cascina vicina, dove il contadino, gentilissimo ci ha regalato tre sacchi pieni. 
    La sera, classico bivacco intorno al fuoco, con il fedele Kymco vicino alle tende. Durante la notte, le pelli di pecora hanno sostituito degnamente anche il sacco a pelo. Grazie ad Antonio, di Schio, per l’ospitalità nella sua fantastica tenda termica, ideale per climi rigidissimi. Sabato mattina, alle 6.30, riprendo la strada di casa. Una tirata di 400 km: alle 16.30 sono a San Candido, ma decido di passare per Brunico perché le previsioni danno neve, ed è meglio scendere per Bolzano, Trento e Valsugana, una strada più lunga ma meno in quota. Arrivo a Brunico verso le 18. Domenica mattina parto verso le 8.30: di notte ha nevicato, ma ora c’è il sole. Decido di passare per Corvara, passo Campolongo, Caprile, Agordino e Fadalto. Dopo Corvara, all’improvviso comincia a nevicare: in pochissimo la strada è bianca, e le macchine montano le catene. Il mio scooter comincia ad avere problemi di tenuta: mi fermo e monto sulle gomme le fascette stringi tubo degli elettricisti, a mo’ di catene: è un lavoro massacrante, fatto in mezzo a una bufera, a -10° C! La discesa dal passo non è facile: viaggio a 15 km/h, per non usare il freno anteriore e quello posteriore solo per emergenza; meno male che il 4T ha il freno motore! Dalle auto mi scattano foto: una addirittura si ferma e mi filma con telecamera, in mezzo alla nevicata. A Caprile finisce la strada impegnativa, c’è meno neve: tolgo le fascette, preziose alleate per 50 km, sono un po’ consumate ma hanno tenuto bene. 
    La neve continua a scendere, la temperatura è intorno allo 0, si ghiaccia sulla visiera, ma devo tener duro. Alle 14 sono sul Fadalto: mi fermo per pranzo al ristorante “Bolognese”: la signora, appassionata di moto, ascolta la mia storia e quasi si commuove. Mi offre un fantastico pasto caldo. mi fotografa e promette di mettere la foto in bacheca. Quando mi ridanno la patente, andrò a salutarla… La neve mi accompagna fino a casa, ma per fortuna le strade sono buone. Alle 17 finalmente arrivo davanti al cancello. Restano i ricordi di un’avventura stupenda, con un compagno decisamente all’altezza della situazione: non ha mai perso un colpo, si è sempre avviato bene, è stato perfetto.
     
    Il mitico Elefantentreffen
    Addirittura, c’è un sito a suo nome: l’Elefantentreffen è forse il raduno motociclistico più famoso del mondo, certo tra i più impegnativi, visto che si svolge in pieno inverno e neve e ghiaccio non mancano mai. Ma fanno parte della coreografia e del suo fascino. Si svolge tutti gli anni alla fine di gennaio, dura tre giorni. La prima edizione risale al 1956, quando un gruppo di amici decise di organizzare un incontro per le moto e sidecar Zundapp, usati dall’esercito tedesco nella Seconda Guerra Mondiale, soprannominati proprio “Elefanten. Con gli anni, il raduno crebbe d’importanza, fino a diventare un vero punto di riferimento per tutti gli appassionati di moto: dal 1988, la sede del raduno è stabilita in Germania, nella foresta di Loh Thurmansbang-Solla, a circa 60 km da Passau. Le temperature rigide, quasi sempre di molto sotto lo zero, la neve e le precipitazioni ne fanno una meta difficile da raggiungere in moto o in sidecar: questo accresce il valore dell’impresa, dato che sul posto non sono previste calde camere d’albergo, ma si pernotta solo in tenda, in mezzo alla neve ed al ghiaccio. Nonostante questi problemi, il numero dei motociclisti presenti, in arrivo da tutta Europa, paesi dell’Est e nazioni baltiche, è sempre molto elevato: alcuni gruppi, anzi, rimangono in zona tutta la settimana, in capanne di tende e legno, con stufa interna. Durante il raduno, la birra scorre a fiumi, ma non ci sono intemperanze. L’organizzazione fa pagare un biglietto di ingresso e dona una medaglia ricordo, da esibire con orgoglio agli amici. Solo i più duri, infatti, riescono a partecipare all’Elefantentreffen ed a tornare a casa sani e salvi…
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