Immigrazione, nuovo Dossier di Idos: in Italia meno migranti rispetto a Francia e Germania

    In un periodo in cui l’immigrazione sembra essere diventata un argomento centrale non soltanto nelle campagne politiche ma anche nel settore dell’attualità e del pensiero comune, arrivano i numeri effettivi della situazione italiana. Il 2018 è l’anno in cui gli immigrati sono letteralmente scomparsi, esattamente 26mila hanno lasciato il Belpase. Ad aumentare sono invece proprio gli italiani all’estero: nel 2017 sono partiti in 114mila. La fotografia arriva dal nuovo Dossier statistico immigrazione 2018, realizzato dal centro studi e ricerche Idos, in partenariato con il centro studi Confronti e in collaborazione con l’Unar, che da circa 28 anni prova a fotografare in maniera obiettiva il “pianeta migranti”. Secondo il report in Italia i musulmani sono una minoranza (tra gli stranieri sono il 32%) al contrario dei cristiani che sono il doppio. I profughi non superano quota 354mila, tanti, ma molti meno che in Germania e anche meno che in Francia. Per quanto riguarda le espulsioni, invece, sembrano essersi di colpo fermate: lo scorso anno è stato rimpatriato il 3,7% degli irregolari. In 480 pagine fitte di analisi e tabelle emerge come “in Italia, contrariamente alla credenza che vorrebbe il Paese assediato e “invaso” dagli stranieri, il numero dei migranti è pressoché stabile intorno ai 5 milioni dal 2013″. Più precisamente, Idos stima in 5.333.000 il numero effettivo di cittadini stranieri regolarmente presenti in Italia, 26mila in meno rispetto alla stima del 2016 (molti quelli che si stanno trasferendo all’estero). Per capire, in Germania sono 9,2 milioni, nel Regno Unito 6,1 milioni. E ancora: l’Unhcr stima in 354.000 i richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale o umanitaria presenti in Italia, lo 0,6% dell’intera popolazione del Paese. Veniamo dopo la Germania (1,4 milioni) e la Francia (400mila). Insomma, scrivono gli analisti, l’Italia non detiene alcun record europeo: “Non è né il Paese con il numero più alto di immigrati, né quello che ospita più rifugiati e richiedenti asilo”. Degli oltre 114.000 italiani che si sono trasferiti all’estero nel 2017, la fascia più rappresentata è quella dei 25-39enni. Tendenza questa che sta facendo strada anche tra gli stranieri: oltre 40.500 cancellazioni anagrafiche per l’estero nel 2017. E così colpisce che lo scorso anno il numero degli italiani residenti all’estero (oltre 5.114.000) fosse analogo a quello degli stranieri residenti in Italia. Gli immigrati che risiedono in Italia provengono da quasi 200 diversi Paesi del mondo. I romeni costituiscono la collettività di gran lunga più numerosa (1.190.000 persone, pari al 23,1% di tutti i residenti stranieri), seguiti da albanesi (440mila), marocchini (417mila), cinesi (291mila) e ucraini (237mila). Queste prime 5 collettività coprono la metà dell’intera presenza straniera in Italia, mentre le prime 10 (per arrivare alle quali occorre aggiungere, nell’ordine, Filippine, India, Bangladesh, Moldavia ed Egitto) arrivano a poco meno dei due terzi. E ancora: sono 826.000 gli alunni stranieri del Paese, quasi un decimo (9,4%) di tutti gli scolari in Italia. Con l’83,1% di tutti i residenti stranieri, il Centro-Nord continua a essere l’area che ne catalizza la quota più consistente. Ma va anche detto che nella sola città metropolitana di Roma si concentra il 10,8% di tutti gli stranieri residenti in Italia. “Le discriminazioni – denuncia il Dossier – dilagano in internet, con un aumento esponenziale di discorsi d’odio razzista, spesso sulla base di rappresentazioni distorte che riguardano anche la religione di appartenenza, fomentando l’idea che siamo “invasi da musulmani”, mentre tra gli immigrati i cristiani sono la maggioranza assoluta (2.706.000, pari al 52,6% del totale), con preminenza degli ortodossi (1,5 milioni) e dei cattolici (oltre 900.000), mentre i musulmani sono 1 ogni 3: 32,7%, pari a 1.683.000 persone”. Nel 2017 sono stati intercettati 41.158 stranieri irregolari. Di questi, solo il 44,6% è stato effettivamente espulso o rimpatriato, la parte restante è “non ottemperante”, ossia è rimasta in Italia nonostante sia destinataria di un provvedimento di espulsione. Non solo. Se ci si basa sulla stima della Fondazione Ismu, per cui in Italia vi sarebbero circa 490mila stranieri privi di titolo di soggiorno, emerge come la “macchina delle espulsioni” ne abbia intercettato solo l’8,4% e allontanato appena il 3,7%. Dei 2.423.000 occupati stranieri nel 2017 (10,5% di tutti gli occupati in Italia), ben i due terzi svolgono professioni poco qualificate o operaie. In particolare, è straniero il 71% dei collaboratori domestici e familiari, quasi la metà dei venditori ambulanti, più di un terzo dei facchini, il 18,5% dei lavoratori negli alberghi e ristoranti (per lo più addetti alla pulizie e camerieri), un sesto degli edili e degli agricoltori. Come evidenzia la Fondazione Leone Moressa, i contribuenti stranieri hanno versato Irpef per 3,3 miliardi di euro, che sommati ad altre voci di entrata (tra cui 320 milioni solo per i rilasci e rinnovi dei permessi di soggiorno e le acquisizioni di cittadinanza e 11,9 miliardi come contributi previdenziali), assicurano un introito nelle casse dello Stato pari a 19,2 miliardi di euro, che paragonati con i 17,5 miliardi di spesa pubblica dedicata agli immigrati, rendono il bilancio statale tra entrate e uscite imputabili all’immigrazione positivo di un importo che oscilla tra 1,7 e 3 miliardi di euro.