IN ITALIA SEMPRE MENO CULLE NELLE CASE, UN FENOMENO CHE INVESTE ANCHE GLI STRANIERI. COME RIVELA POI L’ISTAT NASCONO PIÙ BIMBI DA GENITORI NON SPOSATI

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    Probabilmente ‘anche’ scoraggiati dalla crisi economica che attanaglia il Paese, gli italiani fanno sempre meno figli. Come spiegano i dati diffusi dall’Istituto di Ricerca, rispetto all’anno precedente, nel 2015 sono stati registrati all’anagrafe per nascita circa 17mila neonati in meno. E se rapportati al 2008, i 485.780 bambini del 2015 registrano  addirittura un -91mila. Un calo, spiega l’Istat, dovuto principalmente alle coppie di genitori entrambi italiani, i cui figli nel 2015 sono  scesi a 385.014, dunque oltre 95mila in meno rispetto agli ultimi sette anni. Ma questo importante calo delle natalità investe anche i figli di genitori stranieri che, sempre nel 2015, sono scesi a 72.096 (quasi 3mila in meno rispetto al 2014). In leggera flessione anche la loro quota sul totale delle nascite (pari al 14,8%). Per il secondo anno consecutivo scende anche il numero di nati con almeno un genitore straniero: sono quasi 101mila nel 2015, pari al 20,7% del totale dei nati a livello medio nazionale (circa il 29% nel Nord e solo l’8% nel Mezzogiorno). Considerando la cittadinanza delle madri straniere, al primo posto per numero di figli iscritti in anagrafe si confermano le donne rumene (19.123 nati nel 2015), seguite da marocchine (11.888), albanesi (9.257) e cinesi (4.070). Queste quattro comunità raccolgono il 47,0% delle nascite da madri straniere residenti in Italia. Un capitolo a parte merita il discorso delle nascite da madri minorenni, che sono 1.739: oltre un terzo in meno rispetto al 1995 (3.142 unità). Considerando solo le madri italiane, i nati sono 1.411 (circa lo 0,3% dei nati nel 2015). Evidenti le differenze territoriali. Al Centro-Nord le nascite da madri italiane minorenni sono in media lo 0,1% del totale di ripartizione, mentre nel Mezzogiorno si attestano intorno allo 0,6%. Tornando al dato generale, c’è poi da sottolineare che questa forte diminuzione delle nascite – come detto, iniziata dal 2009 – non ha una marcata ubicazione geografica, ma interessa tutte le aree del Paese. Interessante poi, scorrendo i dati Istat, la coincidenza di tale fenomeno, in coincidenza all’altrettanto forte calo dei matrimoni registrato nello stesso periodo(circa 52mila nozze in meno tra il 2008 e il 2015). E se i bimbi nati all’interno del matrimonio continuano a diminuire sensibilmente (346.169 nel 2015, in 7 anni circa -120mila), quelli nati invece nati da genitori non coniugati (quasi 140mila nel 2015) sono, invece, sempre in crescita; rappresentando il 28,7% del totale delle nascite con una punta del 31% registrata nel Centro-Nord. L’Istat rileva poi che circa l’8,3% dei nati in Italia nel 2015 ha una madre di almeno 40 anni mentre nel 10,3% dei casi la madre ha meno di 25 anni. Considerando le sole donne italiane la posticipazione della maternità è ancora più accentuata: il 9,3% ha almeno 40 anni e solo l’8,2% meno di 25 anni. Tuttavia, in qualche modo c’è un dato nazionale che evidenzia significative differenze territoriali: il calendario delle nascite è tradizionalmente anticipato nel Mezzogiorno dove le madri italiane under 25 sono l’11,1% al Sud e il 13,4% nelle Isole, quelle con almeno 40 anni sono rispettivamente il 7,0 e il 7,6%. Praticamente all’opposto di Liguria, Toscana e Lazio (oltre che in Sardegna), dove la percentuale di nati da madri ultraquarantenni raggiunge il 12%.

    M.