IN MERITO ALLA VICENDA FCA, LA COMMISSIONE EUROPEA HA DECISO DI AVVIARE UNA PROCEDURA DI INFRAZIONE NEI CONFRONTI DELL’ITALIA. DELRIO: UN ATTO AFFRETTATO

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    “Per il mancato adempimento da parte di Fca degli obblighi derivanti dalla normativa Ue in materia di omologazione dei veicoli”, attraverso l’invio di una lettera di messa in mora, La Commissione Europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Nello specifico, attraverso questo che è il primo stadio della procedura, l’esecutivo di Bruxelles chiede al nostro Paese di fornire risposte in merito alle preoccupazioni della Commissione per l’adozione di misure considerate “insufficienti”, in merito alle strategie di controllo delle emissioni inquinanti dei veicoli utilizzata dal gruppo Fiat-Chrysler. “I costruttori di automobili hanno prestato ben poca attenzione alla misurazione delle emissioni ed alcuni hanno persino infranto la legge. Lo scandalo delle emissioni ha dimostrato che la responsabilità di far rispettare la legge e di punire coloro che la violano non può essere lasciata esclusivamente agli Stati membri”, ha affermato Elzbieta Bienkowska, commissaria europea al Mercato interno e l’Industria. “Il Parlamento Europeo e gli Stati membri hanno recentemente compiuto molti passi avanti in merito alla nostra proposta di revisione completa del sistema attuale, ma – ha aggiunto la Bienkowska – è giunto il momento di raggiungere un accordo definitivo. Sono in gioco la fiducia e la salute dei cittadinie non abbiamo tempo da perdere”. Come evidenzia la legislazione europea,spetta infati alle autorità nazionali verificare che un tipo di automobile soddisfi tutte le norme comunitarieprima che i veicoli possano essere venduti sul mercato unico. Qualora un costruttore violi gli obblighi normativi, le autorità nazionali devono adottare misure correttive (ad esempio, ordinare il richiamo dei mezzi) e applicare sanzioni “effettive, proporzionate e dissuasive” stabilite nella legislazione nazionale. E già da tempo, soprattutto dopo il ‘Dieselgate’, l’esecutivo si è preso cura di monitorando attentamente il rispetto di tali norme da parte degli Stati membri e, laddove sono state individuate delle ‘irregolarità’, sono state avviate le conseguenti – e prevedibili –  procedure di infrazione. Come dicevamo, non ultimo quello all’uso di un software di manipolazione illegale da parte della Volkwagen. Nello specifico, per quel che riguarda la Fca, l’accusa nasce dalle informazioni portate a conoscenza della Commissione, nel contesto di una richiesta pervenuta dal Ministero dei Trasporti tedesco nel settembre 2016. Al centro della ‘querelle’ tra le autorità tedesche e quelle italiane, le emissioni di ossidi di azoto (NOx) prodotte da un tipo di veicolo omologato dall’Italia. Al momento però la Commissione non ha chiarito quale sia il modello ‘incriminato’. Per quel che si sa è che la disputa con la Germania verteva sulla 500x, la Fiat Doblò e la Jeep Renegade. Tuttavia, autorevoli fonti interne a Bruxelles, hanno riferito che al centro dell’attenzione vi sarebbe soltanto la 500 X. Nel corso della procedura di mediazione la Commissione “ha esaminato con attenzione i risultati delle prove delle emissioni di NOx fornite dall’autorità di omologazione tedesca (il Kraftfahrt-Bundesamt), così come le ampie informazioni tecniche fornite dall’Italia sulle strategie di controllo delle emissioni adottate da Fca nel tipo di veicolo in questione”. Dunque, l’esecutivochiede formalmente all’Italia di dare una risposta alle preoccupazioni circa “l’insufficiente giustificazione fornita dal costruttore in merito alla necessità tecnica, e quindi alla legittimità, dell’impianto di manipolazione usato”e di chiarire se l’Italia è venuta meno al suo obbligo di adottare misure correttive per quanto riguarda il tipo di veicolo Fca in questione e di imporre sanzioni al costruttore di automobili. Appena ieri, intervenendo sulla questione, il  ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti italiano, aveva chiesto alla Commissaria Bienkowska, di rinviare la procedura, sottolineando comenon si condividessero i presupposti su cui è stato proposto alla Commissione di avviare una procedura di infrazione al Governoitaliano per Fca. Questo, in attesa che si potessero fornire ulteriori chiarimenti, oltre alla copiosa documentazione già fornita, peraltro mai richiesti al Governo italiano dopo la chiusura della commissione di mediazione Italia Germania sul caso emissioni Fca da parte dei servizi della Commissione. Il ministro si è detto”dispiaciuto” nel dover apprendere “che nonostante tutte le informazioni dettagliate fornite alla Commissione e alla Germania, intendiate aprire la procedura d’infrazione. Ciò è particolarmente deludente” aggiungendo che nessuna nuova richiesta di chiarimenti è arrivata finora. “Considerato che dopo la fine del processo di mediazione – ha scritto il ministro DelRio – dagli uffici della Commissionenon abbiamo ricevuto nessuna richiesta di ulteriori informazioni rispetto a quelle già fornite nei mesi precedentisi chiede di rimandare l’avvio della proceduta di infrazione in attesa di ricevere una lettera di richiesta di chiarimenti sulle questioni sollevate dai vostri uffici competenti, come concordato durante l’ultima conversazione telefonica. Contrariamente a quanto dichiarato dai vostri uffici, le autorità italiane hanno escluso fin dall’inizio la presenza di dispositivi illegali sui modelli Fiat sia nelle versioni originali sia in quelli ricalibrati. Durante il processo di mediazione abbiamo sottolineato che Fca ha avviato volontariamente una campagna di ricalibratura a febbraio 2016 per migliorare le performance delle emissioni, ben prima che la Germania ci informasse dei risultati emersi dai loro test”.