Un “esempio” del premier Benyamin Netanyahu ha scatenato un caso diplomatico con lItalia citata come uno dei paesi di destinazione di una quota dei migranti africani, ora nello stato ebraico, su cui Israele ha raggiunto oggi uno “storico” accordo con lAlto Commissariato dellOnu (Unhcr). Unindicazione subito smentita dalla Farnesina che ha negato lesistenza di un simile accordo, con il premier israeliano costretto a fare marcia indietro: LItalia era solo un esempio di possibile destinazione. In una conferenza stampa con i giornalisti sullintesa che riguarda complessivamente 16.250 migranti eritrei e sudanesi (di cui 6.000 nel primo anno) destinati a raggiungere paesi occidentali, Netanyahu aveva detto che Israele era arrivata ad un accordo con lAlto commissariato dellOnu per i rifugiati e che si trattava di “farli uscire”, destinandoli “verso i Paesi più progrediti come il Canada o la Germania o lItalia”. Un vero e proprio fulmine a ciel sereno che ha immediatamente scatenato, nel giorno di Pasquetta, un vorticoso giro di telefonate tra Roma e Israele. E viceversa. Mentre già si rincorrevano le prime dure reazioni della politica, con le prese di posizione di Maurizio Gasparri (FI) e di Roberto Calderoli (Lega), è arrivata la precisazione-smentita della Farnesina: “Non cè alcun accordo con lItalia nellambito del patto bilaterale tra Israele e lUnhcr per la ricollocazione, in cinque anni, dei migranti che vanno in Israele dallAfrica e che Israele si è impegnata a non respingere”. E stesso siparietto di smentite si è giocato, secondo i media israeliani, con la Germania: fonti dellambasciata tedesca in Israele hanno negato che sia stato chiesto di accogliere sul proprio suolo migranti.