Jet russo abbattuto dalla Siria: per Mosca è colpa di Israele

    L’aereo russo Il-20 scomparso ieri dal radar al largo della costa siriana è stato abbattuto dal fuoco amico dell’aereo antiaereo siriano, ma a causa delle azioni “irresponsabili” e “ostili” dell’aviazione israeliana. “Una deliberata provocazione”, il ministero della Difesa russo l’ha definita accusando Israele e minacciando di adottare “misure appropriate”.

    L’F-16 israeliano, ha detto Mosca, creerebbe una situazione “pericolosa” mentre l’aereo russo che trasportava 15 persone si trovava nella base aerea russa di Khmemimi, nella provincia siriana di Latakia. “Non potevano averlo visto, eppure hanno provocato deliberatamente questa provocazione”.

    Israele avrebbe avvertito la Russia di pianificare un’operazione con solo un minuto di preavviso, non abbastanza per l’aereo per allontanarsi dal fuoco incrociato. L’Il-20 fu colpito dall’anti-aereo Damasco S-200, esercitandosi come “scudo” per i jet israeliani.

    “Nascosti dietro l’aereo russo, i piloti israeliani lo hanno messo sulla linea di fuoco dei sistemi antiaerei siriani”, ha detto il portavoce della difesa russa Igor Konashenkov alla televisione russa. “Considera le azioni dell’esercito israeliano ostile: come conseguenza delle azioni irresponsabili dell’esercito israeliano, sono morti i 15 soldati russi, che non corrispondono allo spirito della collaborazione russa israeliana”, ha aggiunto il portavoce, affermando che Mosca “si riserva il diritto di adottare misure appropriate in risposta “.

    Temuto ripetutamente, si è materializzato il rischio di uno scontro diretto tra le varie potenze straniere impegnate in Siria. Solo tre anni fa un Su-24 russo era stato abbattuto da due F-16 turchi: il 20 stava tornando alla base aerea di Khmemim.

    L’episodio potrebbe essere il “casus belli” di una nuova crisi nella zona poco dopo ieri il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan avevano raggiunto un accordo a Sochi, sul Mar Nero, per evitare un’offensiva su Idlib, il ultima roccaforte siriana nelle mani di ribelli e jihadisti nell’ovest della Siria: creare una zona tampone smilitarizzata di 15-25 chilometri di larghezza entro la metà di ottobre.