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“La battaglia non è vinta. Assistenza territoriale e Covid hospital per ripartire”, afferma Speranza

Vediamo alcuni dati incoraggianti, che segnalano che le misure adottate hanno portato dei benefici. C’è un alleggerimento del peso sulle nostre strutture ospedaliere, sono 2 settimane che c’è una riduzione dei posti occupati da pazienti Covid in terapia intensiva: eravamo arrivati a 4 mila letti occupati per Covid, mentre ieri sera il dato era poco più di 2.600. Quindi c’è una tendenza che va nella direzione giusta. Voglio essere molto chiaro su un punto: la battaglia contro il coronavirus non è già vinta e guai a pensare anche solo per un momento che il pericolo sia scampato, che sia tutto finito“.

“Non vanifichiamo gli enormi  sforzi fatti sin qui”

Così come ribadito anche dal prof. Ricciardi fino a ieri sera, stamane anche il ministro della Salute è intervenuto a Radio capital per avvertire che, “Se commettessimo questo errore finiremmo persino per vanificare i sacrifici enormi che i cittadini hanno fatto, che non sono stati decisi per vezzo di qualcuno, e che hanno consentito di salvare la vita a migliaia e migliaia di persone“.

“Credo vi siano le condizioni per avviare la fase 2”

Il prezzo pagato dall’Italia e credo dalla stragrande maggioranza dei Paesi del mondo alla fine sarà un prezzo altissimo. Ma stare a casa, rinunciare alle proprie abitudini sociali, bloccare anche numerose iniziative imprenditoriali e aziendali hanno consentito di salvare la vita a migliaia e migliaia di persone”, dunque, ha proseguito il ministro Speranza, “Penso che abbiamo tutti insieme approvato le norme che prevedono che il 4 maggio sia una data intorno alla quale dobbiamo costruire questa fase 2 a cui stiamo lavorando da settimane. Mi auguro che al più presto ci possa essere un incontro tra le forze sociali, le rappresentanze del mondo dell’impresa, le forze del sindacato, e si possa con loro irrobustire il documento del 14 marzo che è importante e ci ha aiutato in queste settimane difficili per avere sicurezza nei luoghi di lavoro e, sulla base di questo documento, io credo che potranno esserci le condizioni per aprire questa fase 2”.

“Assistenza territoriale e Covid hospital per ripartire”

Quindi il titolare del dicastero della Salute, spiega che l’assistenza territoriale ed i Covid hospital, sono i punti chiave sui quali investire per poter ripartire, per altro già individuati all’interno prossimo decreto. “Il punto – illustra Speranza – non è solo la data in cui ripartire, ma è anche come in queste settimane attrezziamo, attraverso alcune linee guida fondamentali di natura nazionale, il nostro Paese ad affrontare e reggere questa sfida. Sul piano sanitario io penso sia fondamentale, e ci stiamo lavorando, insistere su due punti“.

Dunque il primo, “rafforzare la nostra rete di assistenza territoriale, perché il virus si combatte meglio se si ha una rete di assistenza territoriale molto forte fatta di “domiciliarità, prossimità e vicinanza, quindi veloce nell’individuare e isolare i casi positivi“. Motivo per il quale, continua, “investiremo risorse significative nel prossimo decreto per rafforzare la rete di assistenza sul territorio”.

L’altro – il secondo punto, ndr –  sono i Covid hospital specializzati. Lo abbiamo indicato fin dai primissimi giorni di questa emergenza. Abbiamo bisogno di strutture che si specializzano sul Covid, perché gli ospedali misti facilmente moltiplicano il contagio. E’ molto difficile bloccare questo virus quando si hanno nello stesso plesso pazienti Covid e non Covid, quindi noi investiremo risorse per strutture ad hoc. Molte sono già nate, dobbiamo insistere su questo terreno”.

“La siero-prevalenza ‘mapperà’ il Covid-19 nel Paese”

Riguardi poi la faccenda dei tamponi, tema molto discusso negli ultimi giorni, il ministro fa notare che ”Siamo arrivati a farne più di 60mila al giorno, ai livelli della Germania e più di molti altri Paesi europei”.

Altro nodo, osserva, “i test sierologici: non dicono se in un determinato istante hai il coronavirus, ma se nel tuo sangue si sono sviluppati gli anticorpi, reazione del nostro corpo al virus”. A tal proposito, annuncia Speranza – individuato il test sierologico che soddisfa i criteri individuati dal Comitato tecnico – è imminente l’avvio di uno studio sulla siero-prevalenza – per ‘mappare’ la circolazione del Covid-19 nelle nostre regioni.

“Regioni basta inutili polemiche, Lavoriamo insieme”

Altra questione scottante, le dure diatribe che hanno coinvolto le Regioni Nord e quelle del Sud: ”Lavoro ogni giorno e ogni ora con tutte le Regioni – ha tenuto a precisare il ministro – Guai ad alimentare inutili polemiche. In questo momento bisogna lavorare tutti insieme, gomito a gomito. Guai a dividersi”. Poi, nel caso, rimarca Speranza, le ”riflessioni sul titolo V, che sono di natura costituzionale, si potranno fare dopo l’emergenza”.

“L’app è uno strumento ma non la mossa salvifica”

Con l’avvio della fase 2, sul modello coreano, si è più volte parlato dell’introduzione di un app per controllare  e ‘schedare’ i positivi ed i loro spostamenti: ”L’App è solo uno degli strumenti – avverte i ministro –  ma non c’è una mossa salvifica. Penso che questa App possa essere utile in futuro per rafforzare la sanità digitale di questo Paese” ma, ribadisce, ”non ci sono miracoli. Non è che con l’App abbiamo finito i problemi. La vera scoperta che ci farà uscire la questa situazione è il vaccino”.

“Il Mes? Giovedì sapremo, sosteniamo Conte”

Infine, ragionando sul Mes, il ministro afferma che ”siamo in una trattativa molto delicata. Il ministro Gualtieri ha fatto un lavoro importante, ma la partita decisiva è quella di giovedì. Diamo piena fiducia a Conte, credo che sia nelle condizioni di spostare l’asse. Sosteniamo il lavoro che sta facendo. Le valutazioni sui fondi vanno fatte a partita chiusa. Ma la stagione dell’austerità non credo regga di fronte a questa crisi, serve una stagione nuova”.

“Riaprire il Campionato? Le priorità ora sono altre”

Infine, domanda superflua, ma incredibilmente attuale nel nostro Paese, se e quando ripartirà. “Con più di 400 morti al giorno, con sincerità, e parlo anche da tifoso, questo è l’ultimo problema di cui possiamo occuparci”. Replica giustamente il ministro il quale, Tiene a ribadire che “Le priorità del Paese sono altre”.

Max