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“L’immunità di gregge è un pericoloso errore” denunciano 80 scienziati: “espone ad un secondo contagio”

Mentre l’intero pianeta continua ad interrogarsi su come e fino a quando avremo ancora a che fare con questo Codiv-19, ricercatori e scienziati sono continuamente impegnati a cercare la soluzione più breve per arginare le complicate conseguenza, soprattutto in termini economico-sociali.

Praticamente, ogni aspetto o idea maturata intorno al coronavirus, viene scrupolosamente ponderata e studiata. Così, attraverso la rivista scientifica ‘Lancet’, un gruppo formato da 80 scienziati (che abbracciano ciascuna specializzazione legata agli eventi epidemiologici), hanno puntato il dito contro la cosiddetta immunità di gregge, affermando che “è un pericoloso errore non supportato da prove scientifiche“.

Gli scienziati: “Urge intervenire su apposite misure con programmi finanziari e sociali”

Nel documento, che verrà dibattuto nell’ambito del 16esimo ‘World Congress on Public Health 2020’, viene spiegato infatti che “è fondamentale agire con decisione e urgenza, e occorre implementare e ampliare misure efficaci in grado di controllare la trasmissione del virus, ma anche supportare programmi finanziari e sociali che incoraggino le risposte della comunità e affrontino le disuguaglianze che sono state amplificate dalla pandemia”.

Gli scienziati: “L’immunità non evita la possibilità di ricadere in un secondo contagio”

Questo perché, a dire degli esperti, “raggiungere l’immunità di gregge non basta a fermare il coronavirus”, in quanto si tratta di un fenomeno destinato “a ripresentarsi, in nuove ondate ripetute”.

Oltretutto, più studi dimostrerebbero che – post contagio – l’immunità dura appena pochi mesi, con buone probabilità quindi di ricadere in un secondo contagio.

Gli scienziati: “Misure restrittive ridurre i contagi, e con test e tracciamenti isolare i focolai

Dunque, si legge nel documento,”saranno probabilmente necessarie nel breve termine misure restrittive per ridurre la trasmissione del virus”. Restrizioni in grado di “sopprimere efficacemente le infezioni da Sars-CoV-2 a livelli bassi in modo che si possano rilevare rapidamente i focolai localizzati e dare una risposta con i test e il tracciamento dei casi. In questo modo la vita potrà tornare quasi alla normalità senza la necessità di restrizioni generalizzate”.

Max