Mafia a roma, Nadia Cerra parla con i magistrati di Maurizio Santucci

    Nadia Cerra segretaria di Salvatore Buzzi,proprietario di varie coop, è la prima a rompere il silenzio davanti ai magistrati.

    La segretaria aveva il compito di compilare l’elenco delle tangenti e di preparare le bustarelle per i politici, nella giornata di ieri la Cerra ha deciso di collaborare con i magistrati.

    Secondo la deposizione della segretaria era lei la custode del “libro nero” in cui sono registrate tutte le mazzette, le iniziali del destinatario e la somma da consegnare. La segretaria ha dichiarato che non si separava mai da quel quaderno perché sapeva quanto valesse quell’elenco. Al cui interno si racchiude il prezzo di appalti e favori fatti dal suo capo Salvatore Buzzi.

    Dopo anni di indagini i carabinieri del ros ieri hanno messo le mani sul “libro nero”, arrestando la segretaria con l’accusa di associazione mafiosa.

    Davanti al gip Flavia Costantini e al pm Luca Tescaroli la Cerra ha cominciato a dichiarare tutto ciò che sapeva sull’organizzazione facendo anche il nome di Carminati.

    Le autorità credono che la Cerra sia solo la prima a poter confermare le intercettazioni e i pedinamenti fatti dai carabinieri.

    Si sta parlando di una holding mafiosa che aveva messo le mani sulla maggior parte degli appalti della zona nord di roma.

    Mentre le indagini vanno avanti l’avvocato di Buzzi, Alessandro Diddi ha chiesto un interrogatorio per il suo assistito spiegando che “la scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere non è stata una bandiera bianca, dovevamo documentarci su 60mila pagine di inchiesta e non ne abbiamo avuto il tempo”

    La Cerra parlando con i magistrati ha spiegato che “Buzzi mi portava i soldi in contanti mi diceva di prepararli e io li mettevo nelle buste di carta. Le cifre -continua la segretaria- non superavano mai i quindici mila euro. Era tutta contabilità nera che mi dicevano di non registrare, l’agenda la tenevo sempre nella borsa, perché Buzzi mi diceva che riguardava pagamenti riservati e non volevo che altri lo vedessero non ero al corrente spiega la Cerra della destinazione io scrivevo sulle buste una B DI Buzzi e poi lui le veniva a ritirare”

    Alla domanda del gip in cui si chiede se la segretaria sapesse che ciò che stava facendo fossi illegale la Cerra ha risposto “ sapevo perfettamente che ciò che stavo facendo è illegale ma non potevo rifiutarmi perché avrei perso il posto e ciò non potevo permetterlo poiché mio padre sta male” conlude Nadia Cerra.