Mattarella, il Presidente dei sentimenti

    Non dobbiamo temere i buoni sentimenti afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno. Forse il momento più toccante del suo interno appello alla nazione, quello in cui i sentimenti dell’uomo si sono messi sopra il ruolo della istituzione.
    Sentimenti e apertura, dialogo e fermezza si sono susseguiti nel discorso di Mattarella.
    “Qualche settimana fa a Torino alcuni bambini mi hanno consegnato la cittadinanza onoraria di un luogo immaginario, da loro definito Felicizia, per indicare l’amicizia come strada per la felicità. Un sogno, forse una favola. Ma dobbiamo guardarci dal confinare i sogni e le speranze alla sola stagione dell’infanzia. Come se questi valori non fossero importanti nel mondo degli adulti”. Questo significa che “in altre parole, non dobbiamo aver timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore la nostra società”, ha detto Mattarella, il presidente dei sentimenti come in diversi già lo chiamano.
    In tema di sentimenti, Mattarella si è anche concentrato sulla signora Anna, 90 anni, che “sentendosi sola nella notte di Natale, ha telefonato ai Carabinieri. E loro sono andati a trovarla a casa portandole un po’ di serenità”. Da lì, sono arrivate naturalmente le parole di encomio certamente molto sentite rituali sulle divise, non solo dei carabinieri ma di tutte le forze dell’ordine “come quella di tutte le forze dell’ordine e dei vigili del fuoco, è il simbolo di istituzioni al servizio della comunità. Si tratta di un patrimonio da salvaguardare perché appartiene a tutti i cittadini”. Idem per le forze armate: “La loro funzione non può essere snaturata”, destinandole a “compiti non compatibili con la loro elevata specializzazione”. Un riferimento implicito all’ipotesi che l’esercito possa essere impiegato per riparare le buche di Roma.
    Altri passaggi del discorso è quello sul terzo settore. Per Mattarella occorre impedire la “tasse sulla bontà”. Il presidente parla dell’Italia del Terzo Settore, del Non profit che è “una rete preziosa di solidarietà. Si tratta di realtà che hanno ben chiara la pari dignità di ogni persona e che meritano maggiore sostegno da parte delle istituzioni, anche perché, sovente, suppliscono a lacune o a ritardi dello Stato negli interventi in aiuto dei più deboli, degli emarginati, di anziani soli, di famiglie in difficoltà, di senzatetto. Anche per questo vanno evitate ’tasse sulla bonta” dice il Capo dello Stato. Un altro richiamo al governo in attesa della retromarcia sull’Ires.
    Infine, un momento anche dedicato al Papa. Mattarella si è rivolto così al Pontefice: “Rivolgo un augurio, caloroso, a papa Francesco; e lo ringrazio, ancora una volta, per il suo magistero volto costantemente a promuovere la pace, la coesione sociale, il dialogo, l’impegno per il bene comune”.