Mose, Cantone: “Più grave di Expo”. Orlando: “Intristito non stupito”

    “Un sistema molto inquietante, ancora più di quello già grave venuto alla luce per Expo”. Così, arresti di ieri a Venezianell’ambito dell’inchiesta sulle presunte tangenti pagate per il Mose, Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione ai microfoni di ‘Prima di tutto’ su Radio 1. “E’ innegabile – sottolinea – che il sistema degli appalti deve essere ripensato” ma cambiare le regole non basta, occorre “discontinuità politica e culturale”. Perché il quadro che emerge da questa inchiesta “è di una corruzione davvero penetrante, che viene in qualche modo favorita dalla quantità enorme di denaro che gira quando si tratta di Grandi Opere”. “Però parliamoci chiaro – ha aggiunto Cantone – non possiamo certo pensare che con il solo cambiamento delle regole si possa evitare il ripetersi di situazioni così incancrenite in cui sono coinvolti controllati, controllori, ceto politico. Il sistema è veramente complicato, le regole sono uno degli aspetti su cui lavorare ma è evidente che si tratta anche di fare scelte chiare sul piano della discontinuità politica e culturale”.

    “Sono intristito ma non stupito”, ha detto dal canto suo il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Mentre il ministro degli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta, a Rainews24 dice: “Non bisogna studiare chissà che forma nuova, ma semplificare le regole per gli appalti per arrivare a norme che vengono capite da tutti i cittadini e incentivare i processi di trasparenza in modo che ognuno di noi possa capire ciò che avviene nel territorio e possa esserci un controllo sociale dei cittadini su quello che avviene nel territorio”. E per eliminare del tutto questi fenomeni, secondo Lanzetta, bisogna far “seguire le regole che già ci sono, tagliando via tutte le deroghe”. Sia su base nazionale che locale, inoltre, per il ministro vanno favorite le “centrali uniche di acquisto”.