Niger, rapito sacerdote italiano

    Un missionario italiano, padre Pierluigi Maccalli, della Society of African Missions (SMA), “è stato rapito ieri sera da presunti jihadisti” in Niger. La notizia è stata riportata dall’agenzia Fides che cita il padre Mauro Armanino, missionario di Niamey, secondo il quale per alcuni mesi l’area in cui è stato rapito “è in emergenza a causa di questa presenza di terroristi dal Mali e dal Burkina Faso” .

    Padre Maccalli, originario della diocesi di Crema, già missionario in Costa d’Avorio da diversi anni, era nella parrocchia di Bomoanga, diocesi di Niamey. Per molto tempo, dice l’agenzia Fides, le opere religiose nell’area che uniscono evangelizzazione e promozione umana. “Attento alle questioni legate alle culture locali, ha organizzato incontri per affrontare le questioni e contrastare le pratiche legate alle culture tradizionali, tra cui la circoncisione e l’escissione delle ragazze, attirando anche una certa ostilità”. Questo, secondo fonti locali citate dall’agenzia, potrebbe essere uno dei motivi per il rapimento del missionario, arrivato una settimana dopo il suo ritorno da un periodo di riposo in Italia.

    La missione cattolica dei padri Sma si trova nella zona di Gourmancé (sud-ovest) al confine con il Burkina Faso ea circa 125 km dalla capitale Niamey. I Gourmancé sono interamente devoti all’agricoltura e stimano in questa regione circa 30 mila abitanti. La missione è presente dagli anni ’90, e i villaggi visitati dai missionari sono più di 20, di cui 12 con piccole comunità cristiane, lontane dalla missione di oltre 60 km.