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    Omicidio Mollicone, pm: “Famiglia Mottola tutta coinvolta come i Ciontoli in caso Vannini”

    (Adnkronos) – (dall’inviata Giorgia Sodaro) – ”Marco, Franco e Annamaria non soltanto hanno concorso attivamente a uccidere Serena Mollicone ma sono tutti titolari di una posizione di garanzia” come ”i Ciontoli nell’omicidio di Marco Vannini”. Lo ha sostenuto la pm Carmen Fusco nel corso della requisitoria del processo per l’omicidio della giovane di Arce uccisa nel 2001, parlando del brigadiere dei carabinieri morto suicida nel 2008. 

    Nel processo, giunto alle battute finali, sono imputati per omicidio e occultamento di cadavere il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, la moglie Anna Maria, il figlio Marco. Il maresciallo Vincenzo Quatrale è accusato di concorso esterno in omicidio e istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. Infine l’appuntato Francesco Suprano è accusato di favoreggiamento. 

    ”Il delitto di omicidio accomuna tutti i componenti della famiglia Mottola”, ha sostenuto Fusco. ”Serena se immediatamente soccorsa si sarebbe salvata ma muore per effetto di una condotta attiva, perché i Mottola tutti presenti e tutti concordi sul da farsi, davanti a una ragazza svenuta ma viva, le ostruiscono le vie aree e le chiudono il capo con un sacchetto di plastica e con il nastro adesivo”, ha sottolineato. 

    ”Serena ha avuto un colpo alla testa ed è sopravvissuta, aveva riportato un trauma importante ma non letale. Si sarebbe potuta salvare ma è stata soffocata con un nastro adesivo che le ha avvolto la bocca ed è stata finita”, ha detto dal canto suo davanti alla Corte d’Assise di Cassino la pm Beatrice Siravo, nel corso della requisitoria del processo, citando la superperizia di Cristina Cattaneo, medico legale che dirige il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università di Milano. La superperizia della Cattaneo è stata decisiva per la riapertura delle indagini e il successivo processo.  

    La giovane vittima, secondo quanto ricostruito dalla pm, avrebbe ricevuto il colpo alla testa intorno alle 11.30 e sarebbe morta dopo 5 ore di agonia. 

    ”Santino Tuzi si è suicidato perché lasciato solo da tutti quelli che sapevano la verità” ma anche perché ”sapeva”, ha detto ancora la pm Siravo nel corso della requisitoria iniziata venerdì scorso e ripresa questa mattina. 

    ”Perché si è suicidato Santino Tuzi?”, si è chiesta la pm. ”Se Santino non si fosse suicidato, visto che nessuno confermava le sue dichiarazioni, sarebbe andato a giudizio per l’omicidio come è accaduto a Carmine Belli”, ha sostenuto. ”Vorrei riabilitare l’immagine di Santino – ha concluso – E’ stato l’unico che ha rotto il muro del silenzio e ha pagato con la vita le sue dichiarazioni”.