OMICIDIO YARA – ‘VI SUPPLICO FATEMI RIPETERE L’ESAME DEL DNA, SONO UN IGNORANTE MA NON UN ASSASSINO’, L’ULTIMO APPELLO DI BOSSETTI AI GIUDICI. STASERA LA SENTENZA

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    “Sarò un ingenuo, uno stupido, manon sono un assassino. Se mi condannerete questo sarà il più grave errore giudiziario di questo secolo”. Nell’ambito delle dichiarazioni spontanee, così Massimo Bossetti si è rivolto ai giudici della Corte d’Assise di Bergamo, che si apprestano ad emettere la sentenza di primo grado. Quaranta minuti di parole, quelle del manovale imputato per l’omicidio di Yara Bossetti, un poò lette da una cartellina e un po’ dettate dal cuore, a braccio.  “Sono un ignorante ma non sono un assassino. Sono più che certo – ha dichiarato Bossetti – che si è verificatoun errore”. Quindi, rivolgendosi alla prova regina del Dna, ha supplicato la corte: “fatemi ripetere l’esame. Se fossi l’assassino sarei un pazzo a dirvi di ripetere l’esame. Sono estremamente sicuro che quel Dna non è mio. Vi supplico, vi imploro di fare questa verifica. Datemi questa possibilità perché il risultato vi darebbe sicuramente la verità su di me”. Anche perché il manovale ritiene dal canto suo “impossibile” che la traccia biologica trovata sugli indumenti della vittima sia sua perché “non solo non ho ucciso Yara, nemmeno l’ho mai conosciuta, neppure un contatto ho avuto”. E “nonostante le tante insistenze di farmi confessare, le accuse infamanti nei miei confronti, non ho mai accettato il rito abbreviato. Io voglio, intendo, uscire a testa alta da questo ingiusto impianto accusatorio. Mai e poi mai chiederò uno sconto di pena perché le persone che hanno la coscienza pulita non devono chiedere nulla. La mia vita è rovinata, io sto già scontando l’ergastolo, sono da due anni in carcere. Mi rendo conto che è difficile assolvere Bossetti, ma è molto più difficile sapere di avere condannato un innocente” conclude l’uomo che ricorda “i milioni di euro spesi” per cercare il colpevole del delitto, sottolineando che “la morte della ragazzina meritava tutto l’impegno possibile, ma le indagini si sono indirizzate “su una sola persona decisamente sbagliata. Restando nelle vostri mani accetto il verdetto qualunque esso sia perché pronunciato in buona fede – ha quindi aggiunto l’imputato rivolgendosi ai giudici – Quello che vi chiedo è su quali prove, come posso accettare tutte queste inspiegabili anomalie? Come fate a condannare una persona assolutamente innocente e alla luce di quali prove emerse con assoluta certezza?Non esiste nessuna piena certezza, nessuna certezza su nulla, nessuna compatibilità su niente”. Quindi per emettere il verdetto.La sentenza è attesa dopo le 20. Tre le ipotesi per l’imputato: ergastolo con isolamento diurno per sei mesi come chiesto dal pm Letizia Ruggeri, una condanna ’ammorbidita’ da possibili attenuanti per il muratore incensurato o la libertà immediata dopo due anni in carcere. Sarà il presidente della corte, Antonella Bertoja, a leggere la sentenza. Anche per la lettura del dispositivo le telecamere resteranno fuori, dopo le minacce indirizzate al pm e alla corte. Quello di oggi è il primo passo per conoscere la verità sull’omicidio della giovane ginnasta.