Ore di terrore a Sidney, probabile minaccia Isis- di Delia Marrone

    sidney cafeMomenti di panico generale a Sidney, dove si è consumato stanotte, ora italiana, da parte di un terrorista islamico il sequestro di alcuni dipendenti e clienti del locale Lindt Chocolate Cafe, situato nel quartiere di Martin Place, cuore finanziario della città, vicino alla Reserve Bank e la Commonwealth Bank of Australia e non lontano dal Parlamento dello Stato, il Nuovo Galles del Sud. L’attacco è iniziato alle 9,45, ora locale, e secondo la descrizione dell’emittente locale Channel 7 Chris Reason, situata difronte al Cafè e a cui la polizia ha concesso il permesso di rientrare, l’uomo sarebbe alto, robusto, dalla carnagione bianca, mal rasato, coperto con una camicia bianca e un berretto nero, ma soprattutto armato di un fucile a pompa. Dopo aver costretto gli ostaggi, che si presumono essere non più di quindici, tra uomini donne, anziani e giovani, ad esporsi a turno nella vetrina della cioccolateria e dopo averli utilizzati come scudi umani a sua protezione, l’uomo ha chiesto una bandiera nera dell’Isis, coperta di caratteri arabi, in cambio della libertà di cinque uomini, che non si è accora accertato se siano stati rilasciati, o fuggiti di nascosto. La polizia di Sidney, in contatto con il sequestratore, ha immediatamente chiuso la piazza alla circolazione e circondato la cioccolateria, oltre ad essersi accertata delle condizioni fisiche dei rilasciati, tra cui uno sembra essere stato ricoverato. L’islamico ha tra l’altro esplicitamente domandato di incontrare il premier australiano Tony Abbott che dal proprio canto ha immediatamente convocato il Comitato di sicurezza nazionale insieme ai componenti del suo governo e i consiglieri della sicurezza, dichiarando: ’’Si tratta evidentemente di un avvenimento inquietante ma tutti gli australiani devono essere rassicurati sul fatto che le forze dell’ordine e della sicurezza sono ben addestrate e agiscono in maniera professionale’’ e continua “Non posso pensare a niente di più terrificante che trovarsi in una situazione di questo tipo e i nostri cuori sono con quelle persone”, sottolineando come l’Australia sia sempre stata una nazione aperta, pacifica e generosa. L’idea che l’assedio provenga invece dall’organizzazione terroristica islamica è supportata dalla posizione di maggiore alleato degli Usa, assunta dall’Australia nella lotta contro lo Stato Islamico in Siria e in Iraq ,da diverse settimane infatti le autorità avevano innalzato il livello di allerta nel timore di attacchi del genere, e il tutto è peggiorato da messaggi apparsi su numerosi siti arabi che incentivano e motivano il sequestratore a spargere sangue, usando la giustificazione. “ La violenza genera violenza”. Rapidissima invece la reazione dal Gran Mufti di Australia, Ibrahim Abu Mohamed che insieme al suo Consiglio nazionale degli Imam condanna questo atto criminale in modo chiaro e ribadiscono che questo genere di azioni è condannato dall’Islam, nello specifico e in generale. La polizia sembra comunque vicina alla negoziazione e sembra questa situazione non possa protrarsi oltra la giornata di oggi.