Improvvisamente, si rivela lanimo ambientalista dei 190 paesi industrializzati, chiamati in un mediatico conciliabolo in quel di Parigi dove, in un batter docchio si è passati dalle vittime degli attentati parigini ai 341 attivisti ambientalisti fermati ieri dai gendarmi in Place de la Republique al termine di una vera e propria battaglia. E dunque una Parigi ancora più blindata del solito (vedi minaccia terrorismo), quella che si appresta a ricevere i grandi della terra per la riunione del Cop i quali, protetti un cordone formato da 15.500 agenti, è chiamato a fronteggiare le insidie dei gas serra e di riuscire a contenere i circa 2 gradi di aumento delle temperature globali, dovute allinquinamento dellatmosfera. Non sappiamo come e quanto tutto ciò sarà possibile ma recentemente lIspra ha dichiarato che in Italia siamo già riusciti a far diminuire del 16.1% le emissioni e considerando che – nonostante le morti e le quotidiane malattie indotte – lIlva di Taranto continua beatamente ad avvelenare aria e mare, è un già di per se un dato positivo. Dunque, a 20 anni dal primo, storico meeting di Berlino, a Parigi si tenterà quindi di gettare le basi per una sfida non da poco (viste le spietate regole del mercato e delleconomia, che determinano i destini della terra): limitare, se non fronteggiare, entro il 2020 (come previsto nellaccordo di Kyoto), il cambiamento climatico che sfocia nel temibile surriscaldamento, il killer silente delle risorse naturali del pianeta. Non mancano certo fiaschi colossali come il lincontro di Copenaghen del 2002 dove, davanti allidea di dover contribuire con sostanziosi fondi in aiuto delle popolazioni più disagiate (per la riconversione nelle cosiddette fonti rinnovabili), in molti si tirarono indietro, concludendo i lavori con un indegno nulla di fatto. A tal proposito va ricordato che, ad oggi, dei circa 100 miliardi di dollari promessi in tal senso nel 2009, 38 milioni sono ancora assenti. Vedremo questi 12 giorni cosa porteranno. Va comunque segnalato lo sforzo della Cina (dove si vive praticamente come in un acquario), che ha promesso di rivedere linarrestabile crescita di emissioni, ridimensionando i propri consumi entro il 2030. Le due facce (industrializzata ed ambientalista), si fronteggiano nel quotidiano, pensiamo allEuropa della Volkswaghen e allenciclica Laudato Sì di Papa Francesco dallAfrica, dove invita i grandi a sostenere chi ha bisogno. Insomma, tra contestazioni, terroristi, fabbriche velenose, il mondo continua a girare: la sfida è che continui a farlo per molti secoli ancora,,, e nel migliore dei modi.
Max