PENSIONI, RENZI: IN AUTUNNO POSSIBILE MODIFICA DELLA LEGGE FORNERO

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    L’ipotesi del calcolo contributivo anche per la parte ora retributiva per consentire l’uscita anticipata rispetto all’età di vecchiaia per la pensione “è una delle 100 ipotesi” sulle quali si lavora, ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, rispondendo ad una domanda sulla possibilità che questa sia una delle aree sulle quali potrebbe lavorare il governo in vista della modifica della legge Fornero in direzione di una maggior flessibilità. “Al momento – ha detto – non è escluso nulla. Stiamo approfondendo”. Sulla possibilità di un aumento della flessibilità in uscita verso la pensione, ha spiegato il ministro a margine di una conferenza stampa di presentazione del Durc online, ci sono “molte variabili che riguardano l’efficacia, l’equità del sistema e l’impatto sulla finanza pubblica. E’ una delle cento ipotesi, vedremo in Legge di Stabilità”. Alla richiesta dei sindacati di incontrarli per discutere delle intenzioni del governo, Poletti ha risposto che “quando il governo avrà tutti gli elementi, incontrerà le parti”. “Sul tema di riuscire a dare un pochino più di flessibilità alla Fornero sono molto ottimista che si possa fare durante la Stabilità, quindi a ottobre-novembre”. Così il premier Matteo Renzi a margine della segreteria Pd. La modifica della legge Fornero, per il premier è “un tema vero, che c’è”. “Se però lo diciamo adesso sembra che sia un’operazione di campagna elettorale” spiega a margine della direzione del Pd. “Intanto abbiamo recuperato due miliardi di euro e li diamo a quei quattro milioni di cittadini che ne hanno titolo” ha sottolineato  ’’Abbiamo fatto il massimo possibile’’: il decreto del Governo sui rimborsi ai pensionati con redditi da pensione superiori a tre volte il minimo bloccati dal decreto Salva Italia rispetta la sentenza della Corte Costituzionale senza mettere a rischio i conti pubblici. Così il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan illustrando il provvedimento in una audizione alla Camera sottolinea come questo salvaguardi l’interesse generale, rispetti i parametri europei ed eviti altri guai: “I maggiori oneri connessi alla sentenza ridurrebbero significativamente i margini di bilancio e di intervento per i prossimi anni, sia in relazione all’intenzione del governo di eliminare gli effetti delle clausole di salvaguardia che altrimenti comporterebbero un aumento dell’Iva, sia per il finanziamento di nuovi interventi da porre in essere per sostenere la ripresa”. Padoan ha ricordato il contesto di crisi prolungata nel quale il governo aveva adottato la ’sterilizzazione’ delle pensioni, con sacrifici previsti per tutti. Ma ha spiegato che ora riconoscere il pagamento di 17,6 miliardi di euro nel 2015 (al netto del fisco) e di circa 4,5 miliardi per i prossimi anni, si sarebbe riflesso ’’negativamente sulla pressione fiscale e sulla fornitura di servizi pubblici e trasferimenti, inclusi quelli alle generazioni più giovani’’. Il deficit sarebbe salito al 3,6%, invece rimarrà al 2,6%, come concordato con Bruxelles e appena sopra il 2,5% previsto nel Def dal governo.