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Psoriasi, identificati i fattori di rischio scatenanti

Su Alleati per la Salute focus sui trigger che possono favorire la comparsa della patologia  

 

In Italia la psoriasi colpisce 2,5 milioni di persone (il 10% è affetto da una forma moderata-severa), uomini e donne in egual misura anche se durante la pubertà e la menopausa le donne registrano un picco di incidenza. Della malattia, che si manifesta con la comparsa delle tipiche placche in varie parti del corpo, sono stati identificati diversi fattori di rischio non genetici e potenzialmente modificabili che ne possono favorire la comparsa. Agendo su questi elementi, definiti trigger, è possibile ridurre le recidive della malattia. È quanto riporta un articolo pubblicato da Alleati per la Salute, il portale dedicato all’informazione medico-scientifica realizzato da Novartis.  

 

All’origine della psoriasi c’è un problema del sistema immunitario, ma alcuni fattori scatenanti possono peggiorare i sintomi o causare riacutizzazioni. Evitando accuratamente questi fattori trigger, si può ridurre la frequenza e la severità delle riacutizzazioni. Ogni riacutizzazione è accompagnata da un forte calo della qualità della vita per il disagio fisico, quindi psicologico, dovuto alla comparsa di chiazze che, soprattutto nelle forme moderate-severe e/o localizzate in aree cutanee visibili (viso, cuoio capelluto, mani, unghie), possono compromettere le relazioni interpersonali.  

 

Le terapie oggi disponibili – si legge nell’approfondimento – permettono un buon controllo della malattia, ma per convivere il più possibile serenamente con questa condizione, che mina la qualità della vita sociale, vari studi hanno dimostrato che è possibile agire su alcuni fattori legati al comportamento di tutti i giorni. Evitando accuratamente questi fattori – tra i quali fumo di sigaretta, eccesivo consumo di alcol, traumi della pelle (tagli, lividi, protuberanze, tatuaggi) si può ridurre la frequenza e la severità delle riacutizzazioni. Altre condizioni che possono causare traumi e stress alla pelle sono: lavarsi con acqua bollente o troppo fredda, restare immersi a lungo nell’acqua, usare detergenti aggressivi, indossare indumenti in tessuti irritanti o troppo stretti, sfregare le lesioni (grattarsi, uso di spugne/guanti/scrub abrasivi o asciugandosi vigorosamente dopo essersi lavati), esposizione a temperature fredde perché queste situazioni disidratano la pelle e la rendono secca e più esposta ad avere una riacutizzazione. Idratare a sufficienza la pelle, oltre ad essere una buona pratica quotidiana, è particolarmente importate in questi casi. È bene ricordare che, al contrario, il clima caldo e soleggiato sembra aiutare a controllare i sintomi della psoriasi nella maggior parte delle persone. L’eccessiva esposizione al sole e ad alte temperature è però un fattore di rischio di riacutizzazione.  

 

Tra i fattori trigger anche stress, alimentazione ipercalorica, alcuni farmaci e infezioni come mal di gola o tonsille che possono provocare guttate (piccole goccioline rosa salmone) o altri tipi di psoriasi due o tre settimane dopo l’infezione.  

Piccoli cambiamenti nello stile di vita quotidiano insieme alla terapia farmacologica, possono aiutare in modo efficace a tenere sotto controllo la malattia psoriasica. Si comincia a tavola: proprio per la natura infiammatoria della psoriasi, è particolarmente indicato introdurre alimenti freschi e ricchi di vitamine e altri elementi antiossidanti (come frutta, verdura e olio extra-vergine di oliva), acidi grassi omega-3 (presenti in pesce, noci, semi di lino ecc.) e probiotici. Si consiglia di ridurre quindi l’assunzione di cibi ricchi di acidi grassi saturi (grassi animali come il burro), carni rosse, insaccati, zuccheri semplici e glutine dei cereali. Questo tipo di alimentazione contribuisce anche alla perdita di peso e alla prevenzione di malattie cardiovascolari e metaboliche (compreso il diabete), che sono particolarmente frequenti nei pazienti psoriasici.  

Anche bere a sufficienza è molto importante per chi soffre di psoriasi, in quanto contribuisce a mantenere idratata la pelle “dall’interno”. L’ideale è assumere almeno 1,5-2 litri di liquidi al giorno (non zuccherati, né alcolici) aumentando le quantità in estate, se si pratica attività fisica intensa e se si suda molto.  

Non solo attenzione all’alimentazione. In forma moderata e svolta regolarmente, anche l’attività fisica è fondamentale per la salute e il benessere, a ogni età, e diventa particolarmente importante per chi soffre di psoriasi, per prevenire incrementi di peso e malattie cardiovascolari e metaboliche, ma anche per controllare lo stress. L’allenamento ideale, da svolgere 2-3 volte la settimana, prevede la combinazione dell’attività fisica aerobica e di resistenza. In generale, è meglio evitare gli sport di contatto, che comportano rischi di traumi/ferite cutanee. Per chi soffre di artrite psoriasica yoga, pilates, nuoto e aquagym sono un buon compromesso tra la necessità di esercizio fisico e tutela delle articolazioni.  

Infine, il capitolo stress che favorisce la malattia e che è al tempo stesso fonte di stress. Per rompere il circolo vizioso è importante imparare a parlare apertamente della propria malattia e delle difficoltà che si incontrano nel quotidiano con il medico/dermatologo e apprendere tecniche di meditazione e gestione delle emozioni. Se il disagio psicologico è significativo e impedisce di vivere serenamente, è consigliabile rivolgersi a uno psicologo/psicoterapeuta per ottenere un aiuto personalizzato.  

L’articolo completo è disponibile su: https://www.alleatiperlasalute.it/alla-scoperta-di/psoriasi-e-fattori-trigger