RIBALTATA LA SENTENZA DI PRIMO GRADO SUL TERREMOTO IN ABRUZZO di Caterina Onofri

     

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    La sentenza di primo grado aveva accusato i componenti della commissione Grandi rischi, dandogli una pena di sei anni. L’accusa era di omicidio e lesioni colpose, infatti il totale dei morti durante il terremoto fu di 309. La commissione Grandi rischi aveva partecipato alla riunione del 31 marzo 2009, ovvero pochi giorni prima del terremoto dell’Acquila del 6 aprile, rassicurando tutti i cittadini e sottovalutando il rischio sismico. Le affermazioni emerse nel corso della riunione della Commissione sui temi “della prevedibilità dei terremoti, dei precursori sismici, dell’evoluzione dello sciame in corso, della normalità del fenomeno, dello scarico di energia indotto dallo sciame sismico quale situazione favorevole, che costituiscono il corpo principale del capo di imputazione” hanno una “indubbia valenza rassicurante”. Quindi quelle degli esperti della Grandi rischi furono affermazioni “assolutamente approssimative, generiche e inefficaci” scrisse il giudice di primo grado Marco Billi. La nuova sentenza ha però assolto tutti, tranne Bernardo De Bernardinis, allora vice di Guido Bertolaso alla Protezione civile, che è stato condannato a due anni per la morte di 13 persone. Per la procura generale, però, il fatto che sia l’unico colpevole ne fa una sorta di capro espiatorio: “Immaginavo un forte ridimensionamento dei ruoli e delle pene, ma non un’assoluzione così completa, scaricando tutto su De Bernardinis, cioè sulla Protezione Civile” ha commentato il procuratore generale Romolo Como, che si è detto “alquanto sconcertato”. Tra gli elementi a sostegno della Procura era finita anche una telefonata dell’allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso all’assessore regionale abruzzese Daniela Stati: “Ti chiamerà De Bernardinis, il mio vice, al quale ho detto di fare una riunione lì all’Aquila domani su questa vicenda di questo sciame sismico che continua, in modo da zittire subito qualsiasi imbecille, placare illazioni, preoccupazioni, eccetera”. E proseguiva: “Li faccio venire all’Aquila o da te o in prefettura, decidete voi, a me non frega niente, di modo che è più un’operazione mediatica, hai capito? Così loro, che sono i massimi esperti di terremoti diranno: è una situazione normale, sono fenomeni che si verificano, meglio che ci siano 100 scosse di 4 scala Richter piuttosto che il silenzio perché 100 scosse servono a liberare energia e non ci sarà mai la scossa, quella che fa male”. Quindi la conclusione: “Parla con De Bernardinis e decidete dove fare questa riunione domani, che non è perché siamo spaventati e preoccupati, ma è perché vogliamo tranquillizzare la gente“. Si attendono le motivazioni delle assoluzioni, per il momento si ritiene che la colpa sia generica Tra coloro che sono stati assolti abbiamo Enzo Boschi, ex presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che ha ritenuto di essere stato malissimo dopo l’accusa di omicidio della prima sentenza. I magistrati hanno dichiarato più volte che questo non è stato un processo alla scienza. L’indignazione tra gli aquilani è forte. In molti hanno dichiarato: “Non finisce qui. Vergogna. Mafiosi. Uno Stato che non fa più giustizia, uno Stato che difende se stesso”. Secondo il legale di parte civile Attilio Cecchini: “questa sentenza ci sorprende, è un terremoto nel terremoto. La sola condanna di De Bernardinis fa di lui l’unico capro espiatorio. Faremo sicuramente ricorso in Cassazione”.