Si torna su Marte: pronta la missione Insight

    L’uomo ritorna su Marte con una nuova sonda. La missione di Nasa Insight, guidata da Banerdt, cercherà di capire qualcosa di più sul pianeta, ma anche sulla formazione di pianeti interni del sistema solare, compresa la Terra. Una missione ambiziosa che sta per entrare nella fase più vivace con l’arrivo sul pianeta, previsto per il 26 novembre.

    C’è grande attesa e una moderata ansia. Infatti solo il 40% di tutte le missioni dirette su Marte hanno raggiunto la loro destinazione, ricorda la NASA, e la fase di atterraggio è la più critica per qualsiasi veicolo spaziale e soggetto a i capricci del tempo. Tutto inizia con la separazione del nucleo della missione dalla configurazione con cui ha viaggiato nello spazio prima di arrivare a destinazione. In seguito, la capsula contenente il lander, custodito come in una matriosca nello scudo termico, sarà orientata a guardare direttamente il pianeta. A questo punto dall’ingresso nella sottile atmosfera del pianeta, a 128 km dalla superficie, il touch down impiegherà circa 6/7 minuti. La navicella dovrà compiere una decelerazione estrema: dall’entrata nell’atmosfera al contatto con il pianeta, il lander avrà rallentato dalla velocità di 5,5 km/secondo fino a zero.

    Durante questo periodo la sonda spaziale della missione entrerà nell’atmosfera, per iniziare a rallentare poi con l’aiuto di un paracadute, che si aprirà a circa 9 km dalla superficie. Nel frattempo, il lander, dopo aver espulso lo spesso scudo termico (una soluzione progettata per far fronte al rischio di tempeste di sabbia) stenderà le tre gambe preparandosi a fronteggiare una fase finale in cui continuerà a rallentare e stabilizzarsi grazie all’azione di alcuni retrorazzi, girati a circa un km di distanza dalla superficie e dopo l’espulsione anche del paracadute. Se necessario, devono essere eseguite manovre per impedire che il paracadute copra il lander durante la discesa. Infine, quando il lander sarà vicino alla superficie, a circa 50 metri, i sensori di contatto sulle gambe verranno attivati ??per registrare il contatto con il pianeta, mentre i pannelli solari saranno aperti per motivi di sicurezza solo pochi minuti dopo.

    A questo punto, segnali inviati da una pletora di strumenti e veicoli spaziali dalle parti di Marte ci informeranno dell’approdo della sonda. Oltre a quelle radio lanciate dal lander stesso una volta a destinazione, gli ingegneri di terra riceveranno e interpreteranno le informazioni indirette da una serie di veicoli spaziali, come Mars Odyssey, Mars Reconnaisnance Orbiter e i due piccoli satelliti sperimentali MarCO, e l’aiuto dei radiotelescopi terrestri sarà utile a seguire le diverse fasi di ingresso e discesa su Marte. Alcuni di questi strumenti, insieme ad altri come Maven e Trace Gas Orbiter, permetteranno di seguire anche le diverse fasi operative del lander sulla superficie marziana.

    Dopo la fase più critica, Insight entrerà nel cuore della missione, pronta a raccogliere le informazioni per cui è stata progettata. Lo scopo principale del lander è catturare informazioni sotto la superficie del pianeta, preludio allo studio della formazione e dell’evoluzione di Marte e degli altri pianeti rocciosi del sistema solare.