STUDENTI DISPERSI, PROTESTE NELLE PIAZZE MESSICANE di Tatiana Pareti

    Sono state ritrovate ossa e ceneri dei 43 ragazzi che si cercavano da fine Settembe, portati in

    una discarica e li bruciati. Solo questo episodio ha portato all’intervento dello stato, cercando di

    mettere fine alla scomparsa e uccisione di almeno un centinaio di vittime torturate nel corso

    degli anni. Una strage compiuta da narcos e poliziotti su istigazione del sindaco della cittadina, José Luis

    Abarca, perché temeva che i giovani potessero disturbare il comizio della moglie, Maria de los

    Angeles Pineda Villa.Il sindaco Abarca e la consorte, nota anche come la regina, sono stati

    catturati pochi giorni fa. Resta invece latitante il capo della polizia municipale di Iguala. Il primo

    cittadino di Iguala era già stato sospettato di aver organizzato, nel 2003, l’omicidio di un attivista

    politico, Arturo Cardona. Mentre erano ben noti i legami (anche familiari) tra moglie e esponenti

    del cartello dei Beltran Leyva, sotto il quale agiscono i Guerreros Unidos. Inoltre troviamo del

    denaro versato da Abarca ai banditi per garantirsi la protezione.

    Le parole dei presunti killer vanno però prese con cautela. Le autorità attaccate all’interno e

    anche a livello internazionale, hanno fretta di chiudere questa pagina vergognosa, ma i

    messicani chiedono indagini. Così anche i genitori degli studenti “desaparecidos” a Iguala, nel

    sud del Messico, hanno detto di volere delle prove dopo la confessione dei tre sicari. Nel

    frattempo da diverse settimane le piazze messicane sono in pieno caos, studenti ed insegnanti

    conducono una campagna di protesta contro il governo e affermano “Questa vicenda è un

    crimine di Stato”.