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    ‘Studenti somari’: i presidi romani denunciano gli effetti della Dad, ma non le loro colpe…

    E’ una denuncia doverosa ma, come vedremo, anche discutibile, quella lanciata oggi dall’Associazione dei Presidi del Lazio.

    Come spiega infatti il presidente, Mario Rusconi, sebbene ai docenti sia stato consigliato di non calcare la mano, ciò che emerge dagli scrutini relativi al primo quadrimestre, è a dir poco inquietante. “Fra gli studenti delle scuole superiori romane – afferma Rusconi – un ragazzo su tre mostra una pagella piena di insufficienze. Almeno 30mila ragazzi viaggiano sulla media del 4, rischiando così la bocciatura, o una sequela di debiti”.

    Studenti somari, i presidi: “Conseguenze legate alla didattica a distanza”

    Secondo il responsabile dei presidi, a monte di questa preoccupante presenza di ‘studenti somari‘, si materializzano gli effetti della didattica a distanza. Anche perché, se è vero che da poche settimane la metà degli studenti romani è tornato a seguire le lezione in presenza, per troppi mesi oltre il 75% di essi ha invece dovuto studiare da remoto.

    Un fenomeno trasversale, che investe anche gli scolari delle elementari, molti dei quali faticano a leggere correttamente, dopo un lungo periodo di scuola online.

    Studenti somari? Ma tutte quelle docenti che incassato il ruolo si sono date malate?

    Ora si  tenterà di correre ai ripari, istituendo corsi di recupero, rientri al sabato e, tanto per cambiare, rinforzando anche i compiti a casa.

    Ciò che però viene puntualmente omesso dai presidi, è la disastrosa organizzazione interna agli istituti della Capitale, che ha notevolmente contribuito a trasformare lo studio in un incubo. Tralasciando l’indegna situazione di quante quotidianamente in viaggio da Napoli a Roma per insegnare, ci riferiamo al vergognoso comportamento di molti docenti i quali, incassato il ruolo fino a giugno (terrorizzati dal Covid), si sono buttati malati, collezionando continue assenze.

    ‘Studenti somari’: già penalizzate, le supplenti usate come alibi e tappabuchi

    Di contro, come da noi denunciato a tempo debito, il tutto è ricaduto sulle supplenti le quali, a loro volta, non tutelate economicamente in caso di malattia, spesso hanno preferito declinare. Non a caso lo scorso autunno, nella sola Capitale, si è arrivati a contare qualcosa come 3mila cattedre vuote.

    Studenti somari: anche l’Ufficio scolastico regionale ha le sue responsabilità…

    Ma qui subentra anche la responsabilità dell’ufficio scolastico regionale, chiamato a dover gestire a distanza il caotico ‘traffico’ delle varie scuole in difficoltà, prendendosi carico dell’assegnazione dei ruoli, in virtù di una graduatoria poco pratica.

    Se prima infatti le segreterie potevano attingere da una loro graduatoria territoriale, ora capita invece che, alle 7.30 del mattino squilli il telefono di una supplente residente ad Ostia, affinché prenda servizio in una scuola di Settecamini alle 8.30!

    Studenti somari: prima lasciati allo sbando ed ora obbligati a recuperare…

    Dunque, dopo un avvio evidentemente precario, studenti e scolari son stati letteralmente abbandonati da soli davanti all’espediente della Dad, con le bizze di una connessione da terzo mondo – e per giunta costosa – in case spesso troppo piccole per consentire loro la giusta concentrazione. Senza contare poi le famiglie difficili, per condizioni economiche, o dilaniate da conflitti interni.

    Insomma, dopo essere stati confinati per lunghi mesi in casa (e sappiamo per alcuni a che prezzo), a combattere con una Dad rispetto alla quale l’Italia si è dimostrata assolutamente impreparata, per gli studenti romani si profila una primavera di fuoco. Come dire, dalla padella alla brace….

    Max