Tagli alla scuola, gli studenti protestano oggi in tutta Italia

    Venerdì di proteste studentesche in tutta Italia. La critica sale forte e chiara al “governo del cambiamento”, per la definizione di “risparmi” quando ci si riferisce al taglio alla scuola da 100 milioni.
    L’iniziativa, sostenuta dalle università e dal Flc Cgil, vuole mettere in luce l’urgente messa in sicurezza degli edifici scolastici, la necessità di ripensare l’alternanza scuola-lavoro e di investimenti per il diritto allo studio.

    Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della rete di studenti medi, spiega le motivazioni della protesta: “Chi ha paura di cambiare? Abbiamo chiesto questo da quando è arrivato il cosiddetto governo del cambiamento. Vediamo solo così tanta propaganda, tanta violenza nelle parole, ma nei fatti ci sono 100 milioni di tagli alla scuola”. Flc Cgil, si lamenta del fatto che” le risorse per la scuola sono ancora i grandi assenti del dibattito pubblico, è urgente mettere in sicurezza gli edifici scolastici, un ripensamento globale dell’alternanza scuola-lavoro come concepito dalla ‘buona scuola’ e degli investimenti per il diritto all’educazione”, elementi che per i sindacati non sono delle priorità del Governo.

    Malumore anche nelle università. “Sul fronte universitario assistiamo solo a slogan e parole vuote – afferma Enrico Gulluni, coordinatore nazionale dell’Unione universitaria – ancora una volta non è previsto un chiaro cambio di direzione sul finanziamento del sistema universitario, mentre osserviamo i diversi ministri che si esprimono confusamente su un’ipotetica revisione del sistema di accesso chiuso all’università nel silenzio assordante del Miur”. Gli studenti si lamentano anche di essere “dimenticati dalla politica” e che il ministro Marco Bussetti non si è interfacciato con loro.

    Nel mentre, la polemica sull’esclusione della storia dall’esame di stato continua a dilagare. “Tutti dicono che la storia non deve essere toccata, ma sfortunatamente non è così, e togliere la traccia storica dal tema della maturità segna la marginalizzazione definitiva dell’insegnamento e lo studio della storia”, dice Fulvio Cammarano, presidente della Società per lo studio della storia contemporanea. “Spero che il risultato raggiunto dalla commissione di Serianni – aggiunge, riferendosi alla prima prova scritta del nuovo esame di stato – sia un consiglio tecnico che non avrà il sostegno del ministro”.

    Il ministro Bussetti, tuttavia, ha rassicurato: “La storia è molto importante, così come la geografia che oltre alla storia deve essere ripresa e migliorata. La prova di maturità avrà ancora riferimenti alla storia, non è stata assolutamente abolita, la competenza e la conoscenza della storia saranno utilizzate per affrontare la maturità “. Bussetti ha anche detto che era “disponibile a rivedere i modi in cui vengono impartite le lezioni di storia”. Anche i senatori M5S della Commissione culturale sono scesi in campo per affermare che “la storia non scompare dalla prova d’italiano“.